La leggerezza  0

Un contadino ritornava a casa dal mercato portando mercanzia in una gerba posta in groppa del mulo dietro la sella. L’ondulazione prodotta dal passo del mulo provocò uno spostamento delle gerba e il carico cadde gradatamente sulla strada. Il contadino, che prima di mettersi in viaggio aveva fatto tappa all’osteria, non si accorse di nulla, salvo del fatto che diminuendo il peso il mulo trotterellava più spedito. Il contadino disse tra see se, che strano invece di rallentare per la stanchezza il mulo accelera l’andatura. Solo quando arrivò a casa si accorse che la gerla era quasi vuota e cadde nella disperazione. Questa favoletta è la metafora della felice leggerezza e ignoranza del nostro tempo, parafrasi di ciò che Francesco Bacone di Verulamio diceva del tempo. Scriveva Kant all’inizio della quinta sezione della Logica Trascendentale: “ Noi ci asterremmo volentieri dalla esigenza di veder risolte le nostre questioni, se comprendessimo anticipatamente che, qualunque dovesse riuscire la soluzione, essa non farebbe che aumentare la nostra ignoranza”, E’ questo che effettivamente avviene con i concetti relativi all’arte,i quali, nel perdere gradatamente la funzione propria, cadono in una inevitabilmente antinomia. Tra i giochi delle antiche scuole dialettiche c’era la domanda: se una palla è troppo grossa per il buco, che cosa si deve dire, che la palla è troppo grossa o che il buco è troppo piccolo? L’estetico include tutti gli oggetti di cui siamo circondati, l’arte consiste nel trasformare questi oggetti e/o crearne altri che sono frutto dell’immaginazione dell’artista. Reale è tutto ciò che sta in un contesto e cade sotto la nostra percezione sensibile, a cui noi riusciamo ad attribuire un senso. Pensare di risolvere tutti i problemi e rispondere a tutte le domande sarebbe arrogante millanteria, nondimeno la scienza procede per tentativi allo scopo di scoprire le leggi della natura e tramite queste adottare tecnologie e marchingegni che rendano più agevole la vita dell’uomo. L’arte, vista sotto la stessa ottica, risulta assolutamente inutile. Tuttavia in tutte le società e in tutte le epoche, l’essere umano si è dedicato tanto alla ricerca di soluzioni per migliorare la propria vita, che all’arte. Ci sarà una ragione. Nel procedere della modernità si è andata frammentando la conoscenza, sono cresciute le specializzazioni. Vittima di questa frammentazione è anche l’arte, la quale non è più la semplice percezione del bello, ma è andata caricandosi, o meglio gli sono stati attribuiti significati che l’hanno snaturata. L’arte con la pretesa di rappresentare significati a valori che in realtà non esprime, ha perso gran parte della propria autoreferenzialità ed è costretta a far ricorso all’ermeneutica critica per l’attribuzione di significati non percepibili nell’opera stessa. paesaggio artificiale Biennale 2013

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