Archives for : luglio 2024

L’immagine e la parola.  0

Periodicamente  riemerge la diatriba tra parole e immagine. Sul tema Michel Foucault ha pubblicato il libro: “ Le parole e le cose” nel quale, partendo dal periodo arcaico, quando vi era  similitudine tra parole e cose, arriva alla nostra era nella quale si è persa l’illusione che la cultura consenta di  poter circoscrivere e possedere le cose.

In questo ambito si attua il confronto arte, scrittura, realtà. Rispunta il discredito dell’arte, che com’è noto, risale a Platone ed è ripreso quasi con identiche parole da Biagio Pascal,  il quale  manifesta il suo disprezzo per la pittura “…che faticosamente presenta qualcosa che in originale si potrebbe vedere e possedere meglio”. Per Valéry invece la potenza della pittura sta appunto nel renderci consapevoli dell’assenza del suo oggetto.

Il teatro è un’altra forma dell’arte dell’inganno. Scriveva Chanfort ; “Il teatro è la prova che gli uomini, anziché correggere i loro difetti, preferiscono celebrarli”.  Infatti, per attuare l’inganno, la più importante qualità di un attore è la spontaneità, muoversi e parlare in modo da dare l’illusione che egli sia ciò che finge di essere.

Parole e immagini possono rappresentare cose belle e bruttissime, come ha documentato Umberto Eco nel libro “Storia della bruttezza”, pubblicato nel 2007 (Bompiani). Secondo Aristotele, anche il brutto,dipinto, diventa, se non bello  quanto meno interessante.

Anche la parola, anzi più la parola che l’immagine , può esprimere il brutto e la trivialità. Gustave Flaubert, celebre autore di Madame Bovary, in una lettera indirizzata a Louis Bouilles scriveva:      “E’una cosa strana come lo spettacolo della natura, ben lungi dall’innalzare la mia anima al creatore, stimoli il mio stomaco. L’oceano mi fa sognare le ostriche, l’ultima volta che attraversai le Alpi mi venne in mente un cosciotto di camoscio che avevo mangiato quattro anni prima…”.

Come rappresentare in pittura desideri così ordinari e materialistici? E’ chiaro che solo la parola può esprimere ciò che l’immagine non arriva a definire, per esempio i desideri di Flaubert.

Sappiamo che anche il surreale può essere raccontato e dipinto. Durante un viaggio nel Sudamerica dei due studiosi Humboldt e Bompland, Gottlieb Schick  dipinse: “ Scena notturna sull’Orinoco”, dove i due studiosi, in abito da sera e capello a cilindro in piena foresta amazzonica, si recavano a cena presso un indigeno che aveva preparata per loro una scimmia cotta alla griglia.    BRuttezza

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Quale futuro ci aspetta.  0

Nel 1984 Milan Kundera  pubblicò “ L’insostenibile leggere dell’essere”. Il libro ebbe grande successo, e fin dal titolo appare la cifra del nostro tempo, superficiale, leggero, femmineo.

La cultura e l’arte hanno perso quella che un tempo veniva definita “profondità”, il lato oscuro della fantasia che ha ispirato artisti e poeti impegnati nell’esplorare gli abissi della natura umana. Oggi forse ci siamo arresi, il compito d’indagare la profondità della mente umana è solo più  compito di psichiatri.

La separazione tra io e mondo, l’alienazione dell’uomo dalla natura e la conseguente svalutazione di questa, trovano origine già nel pensiero religioso dei primi secoli cristiani, il rapporto conflittuale e disarmonico con l’ambiente naturale costituisce una delle prime cause della crisi dell’uomo occidentale, arriva  fino ad estraniarlo da se stesso al punto da mettere in dubbio genere e natura dei rapporti umani.

Nel 2005 Susan Greenfield pubblicò  il libro “Gente di domani” basato su una serie di inquietanti ipotesi. La natura umana sta per cambiare per sempre?  Si può immaginare un mondo nel quale tutto ciò che oggi diamo per scontato su noi stessi, immaginazione, libero arbitrio, sesso, apprendimento, memoria, desiderio, sia diventato obsoleto? Pare proprio che questo stia  accadendo,specie in occidente, a un  ritmo sempre più accelerato.

Di fronte a questa realtà quale sarà la funzione dell’arte? Anzi, è immaginabile che, in un mondo capovolto, l’arte possa procedere semplicemente aggiornando le proprie tecniche di rappresentazione?

Forse, la domanda fondamentale che dovrebbe essere posta è: da dove l’essere umano può trarre gli strumenti per gestire trasformazioni così radicali? I temi  oggi di attualità sono; AI, ecologia, sperimentazione genetica, bio-ingegneria. Il problema che ognuno di questi settori di ricerca è spesso una sorta di hortus clausus, con sporadici approcci a altre discipline.

In ogni caso tutti gli studi per affrontare quelle che saranno le nuove realtà sono di carattere tecnico. Eliminata quasi del tutto quella che un tempo era definita cultura umanistica, ovvero quella “inutile”. Diceva Bertrand Russell: “La cultura veramente importante è quella inutile”. Intendendo appunto la cultura umanistica, orientata a formare  carattere e  modalità di pensiero, mentre tutte le discipline tecnico scientifiche generalmente sono “aride” ,sicuramente non contribuiscono a formare la personalità umana.        Cyborg 500

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