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Immaginazione felice  0

Quando nel 1918 venne pubblicato: “Il tramonto dell’Occidente” di Oswald Spengler, poteva sembrare una profezia azzardata. In realtà abbiamo assistito, e assistiamo, a una serie di fatti che confermano pienamente quella che era l’idea di Spengler. L’occidente sembra incapace di riprendere un percorso sano di una civiltà che, come la storia dimostra, non si è mai interamente realizzata nella sua modernità, anche se un tempo si immaginava felice. E’ chiaro che in ragione della natura dell’essere umano, non può esistere una civiltà compiutamente equa solidale della quale farneticano, spesso in malafede, i politici. L’argomento al quale  vorrei accennare brevemente è la ragione per cui Spengler ha scritto “ Il tramonto dell’Occidente”, in un periodo in cui si percepivano gli scricchiolii sempre più marcati anche nel campo della cultura. Si profilavano le prime avanguardie distruttive. Qualcuno ha sostenuto che i DADA  nutrivano una sorta di odio per l’arte. Probabilmente era vero, a mio avviso l’azione delle avanguardie, non solo DADA, è stato soprattutto un atto di presunzione a cui non corrispondeva una cultura adeguata. Einstein aveva, si  suppone, un docente, un maestro che l’ha guidato nei primi passi del sapere. Seguendo gli insegnamenti del suo maestro ha poi fatto passi avanti e lo ha di gran lunga superato. Le avanguardie hanno preteso di ignorare i maestri che le avevano precedute. La stessa presunzione di “essere artisti” era tutta da dimostrare. Hanno agito come se si trovassero al grado zero dell’arte. In realtà sono state proprio le avanguardie a portare l’arte al grado zero adottando una serie di espedienti attuabili a prescindere dalle specifiche competenze, che avrebbero dovute essere apprese; non solo le competenze di carattere per così dire tecnico, ma la stessa base culturale indispensabile per  la realizzazione di opere che abbiano un significato. Tutto ciò avrebbe  dovuto essere appreso. Come scrive  Jean Francois Lyotard in “La condizione postmoderna”. “Non si insegna ciò che non si sa” . Più generalmente non si produce nulla senza sapere. Ecco quindi che se ad un certo punto gli artisti hanno supposto di poter fare a meno della conoscenza tecnica e umanistica che era la base della produzione artistica. Gli esiti che oggi constatiamo erano prevedibili.

 

Opere di Banksy – Senza titolo – Art Streetbanksy 10

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