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Brevi cenni sull’iconoclastia  1

aaaaaaaaaaICONCLASTIA..500Il tema della iconoclastia ha una lunga storia che risale ai tempi di Costantino e Silvestro. Nell’impero bizantino nei secoli ottavo e nono ci fu una forte opposizione all’uso delle immagini,soprattutto nel culto religioso. E’ noto che la religione islamica non permette la raffigurazione del corpo umano e più in generale delle immagini sacre. Non c’è dubbio che se avessero prevalso gli iconoclasti non avremmo avuto il Rinascimento così come lo conosciamo. In ogni caso la diatriba sulla iconoclastia coinvolse anche i Lumi, Diderot scrisse; “ Amico mio se amiamo la verità più che le Belle Arti preghiamo Iddio per gli iconoclasti”. Tuttavia nel 1° volume della Encyclopédie che porta la data 1751, nell’articolo Arts redatto da Diderot vi è una lunga appassionata argomentazione sulle attività liberali, ma alla pittura, scultura, architettura è dedicato poco spazio. In un volume di supplemento, edito nel 1776 viene pubblicato un lungo articolo  Beaux Arts, dello svizzero Sulzer, autore di “Teoria generale delle Belle Arti”, in quattro volumi. Nel suo articolo lo studioso elvetico affronta il tema sociale dell’arte anticipando di tre secoli Hauser, egli  attribuisce all’arte una funzione politica, l’uso dell’immagine in funzione di autopromozione sociale, per ciò stesso esprime riserva sul tipo di sviluppo iniziato con il mercato dell’arte a partire dai Paesi Bassi. E proprio nella sua storia sulla secessione  dei Paesi Bassi che Schiller tenta di attribuire alla plebe la responsabilità dell’iconoclastia per allontanare la responsabilità della Borghesia. Per Rousseau la pittura e la scultura erano strumenti di corruzioni, quasi un Talebano avantilettera. E’ sorprendente come tra i filosofi fosse acuta la percezione del possibile cattivo uso dell’arte, una sorta di profetica visione di ciò che sarebbe puntualmente accaduto. Paul Heinrich Dietrich d’Holbach lanciava un monito: “ Sotto un cattivo governo i capolavori dell’arte servono solo a decorare il sarcofago della nazione”. Goethe e Goya  si preoccupano  dell’ istruzione degli artisti e della loro capacità di rappresentare in forme incisive gli aspetti sociali e i comportamenti del potere, cosa che lo stesso Goya realizzò nelle sue incisioni.

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