Archives for : aprile 2015

Affabulatori del nulla.  0

Le opere d’arte acquistano valore  e trovano la loro ragione d’essere nella naturale relazione dialettica sul filo del pensiero critico che ne indaga l’essenza. L’esame di un’opera può avvenire sotto diversi profili, tecnica, contenuto iconologico, collocazione storica. Quello che invece appare improponibile è il riferimento quasi esclusivo all’intenzionalità dell’artista, secondo quanto sostengono alcuni “filosofi dell’arte”. Ritorneremo  su questo aspetto con maggiore ampiezza. Esaminando l’opera di van Gogh  con criteri scientifici, scopriamo che la grande vitalità cromatica del girasoli era il risultato della componente base di piombo , lo stesso composto  intorno a cui ruota un bel capitolo del “Sistema Periodico” di Primo Levi. E’ affascinante l’idea che van Gogh si interessi di chimica per dare maggiore incisività cromatica alle sue opere. Questo dettaglio conferma  l’imperscrutabile difficoltà di indagare il contesto tecnico, storico fenomenologico nel quale l’artista opera. Un qualunque sistema, incluso il sistema dell’arte, dovrebbe esprimere asserzioni  con la consapevolezza che una parte del problema resta “indicibile”, parafrasando il teorema di Kurt Gödel. Gli aspetti concettuali del procedere artistico, se sottoposti a riflessioni di carattere filosofico debbono argomentare in senso logico, con sufficiente plausibilità. La colpa principale della filosofia contemporanea  dell’arte,  è quella di pretendere di trascendere le leggi della logica attraverso circonlocuzioni apodittiche. In questo modo Unger riprende nella sede critica della scienza sociale , motivi del romanticismo  e dello storicismo  alla maniera di Schopenhauer, letto al contrario. Destrutturare la realtà attraverso procedimenti formali rischia di tradursi in velleitarismo. La filosofia dell’arte, è spesso infarcita di  citazioni, non sempre appropriate. Alcune teorizzazioni azzardate , dimostrano  che non è stato ben compreso  ciò che significa, anche solo tentare, una rivoluzione concettuale. Il concetto è soltanto una parola accompagnata da regole per il suo uso, diceva Hegel. L’affermazione, attribuita a Lucio Fontana: “L’arte è filosofia”, è una boutade priva di senso, ma ha offerto pretesto a Piero Manzoni e a tutta la  serie di epigoni  la cui cifra principale è l’ignoranza dei fini ultimi. La creazione umana si mescola a  tesi controverse  di personaggi diversi da Mill,Herzen,Marx, Virginia Woolf , intellettuali intenzionati a dare il loro contributo alla decifrabilità della creazione artistica. Nei fatti hanno fallito. Il fallimento del loro tentativo, per certi versi ha aperto la strada, agli affabulatori del nulla, ai molti  filosofi dell’arte, specie di matrice statunitense, che hanno preteso di utilizzare teorie grimaldello per forzare la cassaforte del senso  e depredarla del  contenuto. Icone-dell'arte19

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Maieutica del brutto.  0

Davvero siamo convinti di saper dare senso e significato alla nostra vita? L’artista è forse colui che  ha trovato una forma, se pur insufficiente, di terapia per le proprie frustrazioni e paure, così le brutte opere sono una sorta di maieutica del brutto che è dentro e chiede di essere esteriorizzato. Non si  spiegherebbero  altrimenti le orribili opere di Cindy Sherman, di Kiki Smith, Vasconcelos, Marina Abramovic, e molte  altre. E’ la prova che, con l’avvento delle donne nell’arte, c’è stato un notevole impulso al degrado. Le teorie sul gender della filosofa americana Judith Butler non hanno certo contribuito a migliorare il mondo, ma solo a giustificare il peggio che in esso si manifesta, nell’arte come nella vita quotidiana. Ancora Francis Bacon si affidava  al pennello, il rito della pittura filtrava per quanto possibile la realtà vissuta. Restava l’orrore immaginato e vissuto. Eliminato il filtro e la tecnica, resta solo più il brutto di forma e di pensiero.  E’ nell’insieme dell’arte nella forma esecrabile in cui la vediamo e la accettiamo, è già espressa tutta la bruttura del nostro mondo. Il sesso, l’arte, il sentimento non vissuto ma rappresentato in films e teatri, tutto si traduce in denaro, unica realtà tra tanta finzione. Autori e filosofi del passato si sono ingegnati  a rimuovere limiti etici e formali non prevedendo forse di ottenere tanto successo. Oggi vediamo la loro opera e la continuiamo, in una realtà informe. Ci vuole molta forza per vivere ed accettare la realtà degradata. Lutero ha detto una volta che il mondo è nato solo per una dimenticanza di Dio. Siamo il risultato di generazioni precedenti, della cultura e del costume sempre più soggetto a forzature. Goethe disse una volta di Shakespeare: “ Nessuno ha calpestato il costume materiale più di lui” . Siamo freneticamente assorbiti dalla brama di sperimentare  il nuovo, senza tuttavia aver capito il vecchio. Lo stesso metodo che pervade oggi gli artisti che sfuggono l’unico vero maestro: la natura. Come se si potesse frettolosamente passeggiare nella storia calpestando il passato, confondendo i generi, scambiando diritti con vizi, libertà come forma applicata di  demenza, nel senso inteso da Schopenhauer : “la demenza è essenzialmente perdita di consapevolezza di ciò che siamo realmente”.  Per poter impunemente violare le leggi di natura, abbia tentato di abolirle. Sembra dominare l’idea della duchessa Delaforte che  disse a Madame di Staël : “ devo confessarlo, mia cara amica, non trovo nessun altro che abbia sempre ragione, se non me”. E’ questa l’autosufficienza degli idioti che impronta di sè il mondo contemporaneo. Ben altra è la coscienza del valore degli altri gli uomini per chi è davvero degno. Aristotele disse di Platone: “ anche solo lodarlo non è permesso a persone dappoco” . Se lo sporco e il brutto è ciò che cerchiamo non abbiamo necessità di andare lontano abbia tutto dentro di noi. Ci siamo ormai convinti che tenere a bada i nostri vizi e le peggiori turpitudini è un attentato alla nostra libertà. Ho sempre cercato di vivere in una torre d’avorio, scriveva Ivan Turgeniev, ma una marea di merda si abbatte contro i muri fino a farla crollare. Flaubert a sua volta confessava a George Sand:” scoppio di rabbia, ma questo nell’arte non deve apparire”. Tempi lontani, oggi nell’arte appare di tutto di più, non abbiamo vie di fuga. Questo è ciò che abbiamo realizzato, il traguardo della modernità. Consoliamoci con Oscar Wilde: “ nessuno è abbastanza ricco da riscattare il proprio passato”. Requiem. aaaaaaaaaaaaaaaaaaabramovic

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Spiritualità e pensiero  0

Se riuscissimo a sottrarci per un attimo ai condizionamenti del pensiero ordinario e materialista che domina la nostra società, ci apparirà evidente quanto la nostra sensibilità  sia obnubilata  dal pensiero unico corrente. Quale che possa essere il pensiero sugli artisti occidentali, è innegabile che non vi sia traccia di spiritualità nelle arti visive e nella musica di consumo di massa. Questa situazione non solo  influenza  la produzione d’arte, ma incide in modo determinante sulla compagine sociale. Le altre civiltà sono da noi viste  con una sorta di sufficienza, quando invece avremmo molto da imparare, soprattutto dall’oriente che conta un’antica e raffinata civiltà. Dovremmo renderci conto che la nostra, presunta, superiorità, è dovuta, oggi molto più del passato, al possesso di tecnologia e bene materiali. Anche la musica da noi è, per così dire, materializzata, In India, anche dalla cultura religiosa dei Veda , la musica è stata valorizzata in modo molto diverso da come è avvenuto in occidente. Molti artisti occidentali hanno compiuto pellegrinaggi in India per arricchire la loro ispirazione. La filosofia dell’occidente è dominata quasi completamente   dal senso dell’apparenza delle cose, la spiritualità, cioè il tentativo di arrivare all’essenza dei fenomeni, è considerata una stranezza di spiriti bizzarri. Nella tradizione magica di tutti i tempi, il suono finalistico, è uno dei fili conduttori della meditazione interiore. Così come il linguaggio, ogni parola può, deve, essere analizzata in ogni sillaba e, secondo la tradizione il Tantra, le singole sillabe corrispondono ad aspetti diversi della spiritualità. L’aiuto dei suoni sembra essere una particolare posizione tantrica. Nella cultura indiana la caratteristica di  indefinitezza della fantasia individuale, trova la sistemazione in un certo ordine che riguarda il superamento dell’apparenza visiva. Rilevante la meticolosità dei testi chiamati Sadhana, alcuni dei quali risalgono a 500 anni a.c.  Fu compito degli artisti eseguire la prescrizioni. La grande maggioranza delle immagini tantriche  giunte fino a noi testimonia esattamente le prescrizioni del Sadhana. L’immagine artistica è estremamente importante, tanto da essere considerata il punto di partenza per la visualizzazione della multi sensibile spiritualità capace di sottrarre l’osservatore dalla percezione del presente per trasportarlo in una dimensione onirica, allucinatoria attraverso il semplice esercizio della meditazione. E’ chiaro che siamo lontani anni luce dalla nostra realtà sociale e artistica nella quale prevalgono le forme “razionali” e materiali, pensiamo alla pop art, alla body art, alle sculture di Richard Serra, pensanti e spogli manufatti industriali spacciati per opere d’arte.       aaaaaaaaaaastrumento-per

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