Archives for : maggio 2018

Cultura e potere femminile.  0

Il pensiero unico  mette in primo piano femminismo,immigrati, omosessuali. Un  Governo viene giudicato in base al numero di donne che include. La scena internazionale da mesi è occupata dalle denunce di molestie. Il Festiva di Cannes ha visto un’altra manifestazione di potere femminile. In questi giorni, cercavo informazioni  su Art Basel , ho scoperto che tutti i referenti sono donne. Fame nel mondo, criminalità e uso di stupefacenti da parte dei minori abbandonati a se stessi, situazioni drammatiche di salute e povertà degli anziani,  crollo delle nascite. Tutte questo è appena accennato dai media. In questo momento i tg e giornali italiani mettono in primo piano  le condizioni di locazione “Della casa delle donne” di Roma. Che il mondo dell’arte sia ormai di dominio femminile è un dato di fatto sul quale ci siamo soffermati  più volte. L’arte al femminile  ha sempre il corpo come protagonista, una sorta di svilimento ulteriore della già tristissima situazione dell’arte contemporanea.  Il femminismo  vuole riscrivere la storia spesso senza conoscerla. E’ breve l’elenco delle filosofe  prima che il femminismo irrompesse sulla scena dando spazio a tematiche di genere, quasi sempre con risvolti sessuali come avviene nell’arte. Platone parla di Diotima, l’amante di Pericle, Aspasia la compagna di Cratete, Ippacchia  nel giardino di Epicuro. Ipazia d’Alessandria che non ha lasciato neppure un rigo scritto. Tutte queste donne parlavano la lingua della pura emozione che, tradotto, si riduce al solipsismo del corpo, ieri come oggi caratteristica saliente femminile. La cultura sociale europea ha trasferito in ambito giuridico le ambizioni femminili. I privilegi dell’aristocrazia medioevale femminile sono tradotti  oggi in codice di famiglia e agevolazioni sul piano penale e civile. Gli impulsi sessuali spesso si  sublimano in opere letterarie. Jumel de Barneville, baronessa d’Aulnoy,  con la sua favole dell’uccello azzurro. Mme de la Guette che teorizzò l’economia libertina rappresentata meglio da Ninon de Lenclos, centrata sul valore dell’emotività contro la ragione. Libera all’interno del proprio potere sociale, la donna può giocare su molti tavoli. La seduzione come strumento di conquista del potere è  diritto acquisito, a prescindere dalla  non dichiarata inadeguatezza intellettiva.  Il dominio femminile si realizza facendo strame, quando è necessario, di consuetudini e  norme etiche. Rousseau è estremamente critico nei confronti delle donne che dominano i salotti nel ‘700, luoghi nei quali si esercita il potere. Mme de la Fayette, Mme de Sévigné, Mlle de Scudèry, le cosiddette Preziose, precorrono il femminismo. Mme de Lambert, scrive un saggio sull’amicizia. Nell’elaborazione teorica della specificità femminile si azzera il valore dell’etica, in favore di una libertà soprattutto sessuale. La prima donna che ebbe la cultura come guida era l’allieva prediletta di Montaigne, Marie  de Gournay. Anche l’ambiziosa Mme du Chàtelet, modello di egoismo ed egocentrismo individuale conduce i suoi giochi di potere all’interno di una società nella quale  la donna domina senza apparire. Mme de Staèl  sviluppa la passione per la filosofia di Sophie de Groucy, moglie di Condorcet, si richiama a Rousseau come a un maestro migliore  dell’ambiguo Voltaire. Ma non esiste solo la conquista del potere con mezzi soft, la storia è ricca di episodi nei quali emerge  a tutto tondo la natura femminile. Troppo numerosi gli episodi perché sia possibile farne anche solo l’ elenco , alcuni  davvero esecrabili. Nel  775 d.c.  Costantino V, detto il Copronimo, muore, suo figlio Costantino VI è ancora un bambino , sua madre Irene diventa imperatrice reggente. Quando il figlio reclama il potere lei lo allontana e gli fa cavare gli occhi. Quando l’imperatore Teofilo il 21 gennaio 842 muore, la moglie, Teodora, diventa reggente del figlio Michele III, lo seduce per mantenere il potere. Il figlio riuscirà a ottenere il trono ma sarà un uomo distrutto,  verrà ricordato come Michele l’Ubriacone. La filosofa Ipazia, oggi icona del femminismo, riceve profferte  amorose da un suo discepolo,  non trova di meglio che rispondere  esibendo un assorbente igienico usato. La storia dimostra che non vi è mai stata una reale sottomissione della donna, il problema  si riduce, oggi come ieri, alla condizione sociale e di potere. Già prima di Cleopatra, ex prostituta divenuta regina, è folta la schiera di donne che hanno occupato i vertici del potere quasi sempre attraverso espedienti  o usando strumentalmente la sessualità, sono cose talmente note che solo la faziosità femminista  ha l’ardire di negare.  Oggi non è cambiato nulla, salvo forse una maggior dose di arroganza e menzogne dovute in parte a malafede, ma più spesso a ignoranza.   aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaPonte.500

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La cultura di coloro oggi al potere.  0

Se si ha la capacità di resistere alla depressione, può essere interessante considerare i comportamenti di taluni mostri sacri della cultura tutt’oggi celebrati. Massimo Gorky inneggiava ai Gulag comunisti. Nel 1943 Simone de Beauvoir  viene cacciata dal ministero dell’educazione nazionale  per aver trattenuto rapporti sessuali con una sua allieva. Con lungimiranza Rousseau, Schopenhauer, Nietzsche, Marinetti e molti atri intellettuali esprimono apertamente il disprezzo per la donna. Il 25 Giugno  1984 l’omosessuale Foucault muore di Aids. Nel 1972 Andy Warhol dipinge ritratti cartellonisti, secondo il suo stile, di Lenin e Mao. Cartier Bresson  inaugura una serie di foto: “Godo per strada” “Godete qui e ora” . E’ in auge il motto:“vietato vietare”. Questi gli slogan  dei “rivoluzionari” degli anni ’70 del secolo scorso. Alla Sorbona, tempio del sapere, circolano indicazioni  del genere: “ Non dire più sig. professore, ma crepa stronzo”. Il sesso nelle aule universitarie e nelle scuole è prassi ordinaria. Non sapendo scrivere si ricorre all’affermazione:“L’ortografia è un mandarino”. E’ in atto un crescendo di parossismo “libertario”. La crema della cultura parigina firma una petizione da mandare in parlamento con la richiesta di  abrogare la legge che vieta la pedofilia. I firmatari sono:  Althuser (che assassinerà la moglie e finirà in manicomio), Aragon, Barthes, Beauvoir, Chatelet, Chèreau, Bory, Cuny, Deleuze, Derrida, Dolto, Jean Pierre Faye, Gavi, Gluckmann, Guattari, Daniel Guérin, Guyotat, Jacques Henric, Hocquenghem, Kouchner, Jack Lang, Lapassade, Leiris, Lyotard, Mascolo, Matzneff, Catherine Millet, Ponge, Olivier Revault, d’Allonnes, Robbe Grillet, Christiane Rochefort, Daniel Sallenave, Sarte, Schérer, Sollers…..Chi lo desidera può cercare le opere dei singoli autori. Ovviamente è solo l’elenco  di intellettuali francesi che non sono dissimili dagli  intellettuali del resto del mondo. Il  manifesto citato è uno  dei tanti “manifesti rivoluzionari” in auge negli anni ’60- ’70 che tutt’ora sono uno strumento di diseducazione di massa usato abitualmente dalla sinistra. Gli intellettuali elencati sono considerati  grandi maitre a pense, i loro testi  hanno “educato” le generazioni che oggi sono al potere, e continuano tutt’ora a influenzare  le giovani generazioni. Nessuno ha più il diritto di stupirsi di ciò che accade. Il tramonto dell’occidente vaticinato da Oswald  Spengler è pressoché  compiuto.

 

 

 

Immagine del Lampadario fatto con Tampax di Vasconceloslampadario-di-tampax-joana-Vasconcelos

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Residui ideologici  0

Nella società contemporanea ci sentiamo così evoluti da poter fare a meno di educare i nostri figli. Oggi  l’educazione consiste generalmente nel sostenere l’assoluta libertà: “tutto è permesso”. Bambini sono educati a pensare che sia loro possibile ogni cosa, li esponiamo ad avere amare delusioni. L’89% del personale della scuola è femminile. Agli alunni non è impartita una guida ragionevole ed una educazione civica. E’ evidente l’incapacità delle insegnanti e dei genitori, la madre sempre prevalente, di inculcare sani principi ai propri figli, per la semplice ragione che  loro stessi ne sono privi. Gli antichi, in particolare i greci, hanno affrontato il problema dell’educazione elaborando una cultura che prevedeva la cura di se, nel senso più ampio di dominio dei propri primordiali impulsi. Oggi vi è una sempre più evidente manifestazione di superficialità, incapacità pedagogica, il rifiuto di ogni riferimento etico, visto come un reazionario principio del passato. Platone nell’apologia di Socrate tenta di indicare le forme attraverso cui è possibile accrescere non solo la propria conoscenza  ma il dominio di se. Tema ripreso e sviluppato dalla filosofia stoica. L’arte della politica non può consistere semplicemente nel condurre al pascolo i bipedi di una razza incrociata, sprovvisti di piume e di corna(?). Nella gestione del potere la tirannia è possibile quando viene meno la capacità di controllo di se, in quel caso ci si trasforma in gregge. Colti dall’ euforia di una libertà fittizia, liberi di abbandonarsi ad eccessi di ogni genere, privi della capacità di decidere il corso della nostra esistenza. Noi contemporanei, forti dei progressi della scienza e della tecnica, riteniamo di poter abolire ogni residuo riferimento naturale, ovvero, volgere al naturale gli aspetti particolari e secondari come ad esempio, la promiscuità sessuale. L’arte registra tutto questo. Per una puntuale constatazione non è necessario far ricorso a particolari ricerche, basta esaminare i cataloghi delle aste contemporanee dove trionfa la cosiddetta arte femminista. Vi sono esposti corpi che non lasciano nulla all’immaginazione. Vagine non proprio vergini, corpi esposti nelle forme che forse, artiste e modelle, considerano seducenti e accattivanti, ma che in realtà fanno il verso alle comuni macellerie. Ovviamente tutto avviene all’insegna della “libertà di espressione”. Non è chiaro se i corpi dovrebbero costituire critica a determinati comportamenti, ovvero esaltazione degli stessi. E’ una distinzione di lana caprina che  non modifica e non facilità l’ermeneutica  dell’oggetto. Quando si legge “l’arte è un momento di verità” (Gadamer) è difficile capire se si tratta di carenze informative e cos’altro.

 

Opera di Hermann Nitsch Senza Titolo 2001aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaMaggio-14

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Precursori della società contemporanea.  0

Prima ancora di soffermarci su determinate teorie “filosofiche” , forse dovremmo interrogarci  sul perché  uomini e donne, che si suppongono dotati di intelletto e di cultura, siano attratti da quelle  teorie. Altrettanto utile sarebbe approfondire da dove traggono la loro ispirazione personaggi come Donatien-Alphonse-Francois de Sade, Leopold von Sacher-Masoch, Bernard de Mandeville. Tutti soggetti che hanno ottenuto grande attenzione, in molti casi ammirazione e seguaci soprattutto tra gli intellettuali, ma non solo. Trascuriamo le forme estreme di depravazione teorizzata ed applicata, soffermiamoci brevemente su Bernard de Mandeville. Di origini olandesi, di professione medico la sua opera più nota è: “Favola  delle api”.  Pubblicata per la prima volta nel 1705 celebrava il self-liking, derivazione del self-love che verrà ripreso ed enfatizzato  in forma diversa dalle filosofe  femministe tre secoli dopo. L’obiettivo non  dichiarato, verso il quale muove la critica Mandeville,  è il moralista inglese Shaftesbury. Il significato  dell’opera di Mandeville  è quello di separare l’analisi della produzione di ricchezza  dalla moralità. Si potrebbe dire che,molto più di Max Weber , Mandeville giustifica e incarna lo spirito del capitalismo.”Io ho chiamato predilezione per se stessi, dice Cleomene, portavoce del punto di vista di Mandeville  nei dialoghi con Orazio, maschera di Shaftesbury, il grande valore che ogni individuo attribuisce alla sua persona, all’alta stima di se stessi. Ma Mandeville si riferisce esclusivamente alla sua classe, egli sostiene che i poveri vanno mantenuti ignoranti perché la conoscenza amplifica i desideri. I poveri devono accettare la loro vita, lavori duri un salario che impedisca loro di morire di fame. Nulla più Secondo Mandeville: “ l’uomo non ha bisogno di vincere le sue passioni, anche le più abiette, è sufficiente nasconderle”.  “La favole delle api”  con le brutali teorizzazioni che contiene, è stata ampiamente superata. Oggi non è più necessario nascondere le  passioni più turpi, lo stesso potere si preoccupa di omologarle. Potremmo forse dire che Mandeville più che un filosofo è stato un profeta. La società di oggi realizza tutte le sue teorie,anche se  rifiuta l’esplicita affermazione di Mandeville sui poveri, sostituendola  con una serie di finzioni. Gli ultimi della scala sociale  sono fintamente rispettati, ma il  potere, con subdoli artifizi, crea le condizioni di precarietà e disagio.  Favorire l’arrivo di disperati in singole nazioni, avvantaggia chi cerca manodopera a basso costo,  rende più diffuse e quindi istituzionalizza povertà e disordine sociale. Il cinismo dell’essere umano  ha trovato nel capitalismo la sua espressione più compiuta. Marx è stato solo un episodio della storia, sepolto dallo spesso strato di egoismo, in questo Mandeville ed Adam Smith, avevano ragione. Chi anima la società e muove il mondo oggi più di ieri sono  il cinismo e il vizio.           aaaaaaaaaaaaaaaaa--1-Maggio-2018

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