L’arida saggezza per cui non c’è nulla di nuovo sotto il sole, perché tutte le carte dell’assurdo gioco sono state giocate, tutti i grandi pensieri sono stati pensati, le scoperte possibili si possono costruire a priori, e gli uomini sono condannati all’autoconservazione per adattamento. Quest’arida saggezza non fa che riprodurre la fantasia pret a porter e la ripristina continuamente per contrappasso.
Ciò che già era ciò che potrebbe essere viene programmato, livellato dal sistema globale del quale stampa e tv sono gli strumenti. Tale sistema erige eristicamente i confini dell’esperienza possibile, il prezzo dell’identità, la qualità della tua esistenza, tutto deve essere identico a se stesso.
L’Illuminismo, la prima filosofia moderna della dissoluzione, aveva adottato l’efficace slogan: legalità, fraternità, uguaglianza. A distanza di 234 anni ci ritroviamo la fame e super lusso, a dissolvere la vecchia uguaglianza è subentrato il mito della libertà. La mia vita è laida miserevole vuota, ma sono libero di annientarmi nel vizio e abbruttire la mia umana natura.
Ciò che Kierkegaard loda nella sua etica protestante che appare già leggenda, è uno degli archetipi del potere e precede l’incommensurabile teorica delle possibilità umane.
La tecnologia formidabile strumento di manipolazione, è una beffa rivolta a quella società che dichiara di voler fare dell’individuo un individuo, la macchina mutila gli uomini, anche se li sostenta.
La tecnologia mette a disposizione gli strumenti del comunicare dei quali però i padroni conservano le chiavi. Chiunque comunichi ciò che non linea con il pensiero globale,viene, ipso fatto, cancellato. La sua liberta è posta in stand-by.
Dall’antica barbarie al trionfo dell’uguaglianza repressiva il dispiegarsi dell’uguaglianza giuridica, l’ingiustizia tramite uguali, il mito di cartapesta scritto nella carte dei diritti dell’uomo, ogni giorno violati da coloro che li hanno redatti. Gli Stati occidentali attuano rappresaglie terribili ogni volta che i popoli oppressi osano una rivolta. Questo gioco crudele, rivela come la libertà non è che un fragile birillo esposto alle cannonate del conformismo più laido.
In che modo l’artista fa sentire la propria voce? Viene meno quella che voleva essere la preistoria favolosa della relazione simbolica tra realtà ed evento, il rito quotidiano trasformato in una ulteriore e meno triste possibilità. L’artista è ridotto a crocevia di reazioni e comportamenti convenzionali, finte provocazioni,estemporaneità eccentrica, è tutto ciò che ci si attende da lui. Egli è sempre esposto al rischio di barattare la libertà vera, con il successo.
La cultura e il progresso si sono accordati da tempo contro la verità e hanno lasciato libero campo alla menzogna. La stessa esistenza della verità è negata da intellettuali da filosofi talmente avvolti nel loro asservimento da definire il servilismo: libertà.
E’ la continuità di una situazione culturale che precede l’illuminismo, e che l’illuminismo non ha scalfito, se mai giustificato. ”Filosofia nel boudoir” , fa apparire infantili le pruderie delle sfumature. Donatien-Alphonse–Francois Marchese de Sade rappresenta il soggetto borghese liberato dal controllo della ragione, la cui definjzione era già presente negli scritti di Machiavelli e Hobbes.
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