Simulazione disincantata: la pornografia, più vera del vero, il colmo del simulacro. Simulazione incantata: il trompe-l’oeil, più falso del falso, il segreto dell’apparenza contro cui già si scagliava Platone. Nessuna favola, racconto, composizione, scena teatro, azione di happening si sottrae alla necessità dell’inganno proprio della rappresentazione. L’arte contemporanea ha creduto di sottrarsi all’inganno offrendo rappresentazioni minori, contorni, dettagli. Rifiutando le raffigurazioni delle grandi opere del passato, eliminando il discorso della pittura, rifiutando la sfida di misurare la manualità con la tecnica. Non raffigurano più, non sono più oggetti, solo segni bianchi, segni vuoti, espressione dell’antisolennità, anti rappresentazione sociale. Detriti della vita sociale . Gli artisti si rivoltano contro, fanno la parodia dell’arte, rinnegano l’essenza del proprio agire convinti in questo modo di compiere un gesto di verità. Tutto questo è privo di senso. Non descrivono nessun tipo di realtà. Non ingannano. Non rappresentano nulla. Sono figure banali, lontane dalla scena del mondo, spettri che ballano nel vuoto. La loro non è seduzione estetica, ne pittura, ne rassomiglianza, è soltanto una metafisica abolizione del reale. Oggetti effimeri che si contrappongono anche alla reversione, irreali. La loro insignificanza è offensiva per chi non rinuncia a pensare. Oggetti senza referente, spogliati di significati, vecchi giornali, vecchi libri, vecchi manifesti, resti di cibo, oggetti caduti in disuso, fantomatici nella loro posizione di estraneità. Potevano rappresentare il ricordo di una realtà perduta, l’ombra di una vita interiore, il conato di un pensiero creativo, ma lo spregio d’uso ha annullata anche questa possibilità. Resta la resa alla tecnica che ha cancellato il tutto per sostituire, come scriveva Pierre Charpentrat “ l’opacità inafferrabile d’una non Presenza”. Purea apparenze, senza l’ombra di ironia per troppa realtà.
Considerazioni sull'arte
Commenti recenti