Archives for : maggio 2025

Conoscenza e creatività.  0

Tra gli aspetti che concernano la creazione artistica , vi è il dualismo tra sapere e creare. Senza dubbio scienza e tecnica comportano una certa aridità. Ciò nonostante molti artisti contemporanei  hanno optato per l’adozione della tecnica con la quale creano realtà virtuali. Non è più credibile la tesi secondo cui l’arte inizia là dove la scienza si  arresta. La scienza oggi è in grado di analizzare processi vitali, in qualche caso creare forme di vita artificiale, per questo  l’espansione di scienza e tecnica richiederebbe una maggiore consapevolezza etica che ponga limite agli eccessi, anche perché la scienza non è infallibile, come si ha la tendenza a credere. Soprattutto non sempre controlla gli strumenti che crea. Consideriamo, ad esempio,gli strumenti di distruzione di massa che caratterizzano la guerra moderna  e hanno reso abituale il massacro  delle popolazioni civili senza vi sia assunzione di responsabilità  politica. Un tempo, molto candidamente, molti teorici delle scienze pensavano di poter introdurre i metodi precisi e quantitativi delle scienze esatte nella valutazione dei processi sociali, in realtà le scienze manifestano serie lacune, che si riverberano in politica e sociologia nella  valutazione dei fatti. La teoria strutturale non dispone di alcun fondamento epistemologico.

Lo stato sociale , come lo stato ipnotico, non è che una forma di sogno, un sogno di comando e un sogno di azione. Avere soltanto idee suggerite e crederle spontanee: tale è l’illusione propria del sonnambulo e anche dell’uomo sociale che si crede libero ed è condizionato da informazione, spettacolo, social.

Quale funzione assume nell’opera dell’artista in questo crudele gioco della realtà effettuale? E’ ancora possibile per l’arte sollecitare la riflessione sui tragici fenomeni del nostro tempo? Soprattutto l’artista ha la capacità e la volontà di fornire il proprio contributo? Di certo i coraggiosi tentativi di Renè Thorm e Perroux non hanno sortito grande risultato, il prevalere del cinismo culturale, prima che politico, ha fatto emergere la verità dell’affermazione di Goethe: il potere che decide è sempre immorale. Potremmo aggiungere che oggi, più di ieri, l’artista svolge la funzione di servus dominorum.  mi sforzo di capire.

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Il problematico equilibrio umano.  0

Freud in “Il disagio della civiltà”  teorizzò le ragione per le quali la civiltà non concede maggiore libertà, ma pone limiti. In questo modo scatena l’antico conflitto tra individuo e società, tema già affrontato da Sofocle  nel dramma “Antigone”.

L’ansia di maggiore libertà, da sempre ha tormentato l’uomo e reso problematico l’equilibrio necessario per affrontare gli eventi dell’esistenza. Scriveva Jacques Modod:. “L’uomo deve infine ridestarsi dal suo sogno millenario e scoprire i limiti della propria libertà,  accettare la sua completa solitudine, la sua assoluta stranezza. Egli ora sa che, come uno zingaro, si trova ai margini dell’universo in cui deve vivere” .

In questo  percorso verso una qualche capacità di affrontare il tema, si sono succeduti studiosi di diverse discipline. E’ interessante notare che l’idea della evoluzione, tappa obbligata per capire l’origine dell’entropia che nasce dalla profonda inquietudine umana, sia stata formulata nel diciannovesimo secolo, quasi simultaneamente, in fisica (Carnot, Clausius, Thomson) in biologia (Darwin) e in sociologia (Spencer). Per fornire una esauriente risposta dovremmo indagare il significato autentico dei fattori all’origine del disordine sociale che potremmo definire in senso metaforico entropia.

Boltzmann  per primo ha messo in evidenza che l’entropia è una misura del disordine, e arrivò a concludere che la legge dell’aumento dell’entropia è  semplicemente una legge dell’incremento della disorganizzazione.

Da un punto di vista più squisitamente storico, Arnold Toynbee dedicò l’intera vita nel tentativo di comprendere il disordine che scatena forze che, se da un lato danno forma  alla storia umana, dall’altro sono all’origine delle catastrofi provocate dai conflitti di ogni genere, individuali e collettivi fino ad arrivare ai massacri provocanti dalle guerre.

La instabilità strutturale fu il tema che affrontò Carneiro,sulla scia di Herbert Spencer, fece emergere le differenze tra i cambiamenti quantitativi e cambiamenti qualitativi, egli distingue lo sviluppo in cui emergono nuovi tratti della crescita socio-culturale che  non crea stabilità, anche perché soggetta a effetti stocastici che giocano un ruolo fondamentale, ed è per questo che non sempre la crescita culturale corrisponde agli sviluppi deterministici.

Esempio eloquente è costituito dalle dinamiche sociali che comportano la dissipazione di energia che si traduce in fattore negativo. E’ stato così in molti fenomeni detti rivoluzionari, incluse le evenienze socio-culturali che hanno visto il protagonismo delle cosiddette avanguardie artistiche.

 

Esempio di struttura dissipativa.Esempio di struttura dissipativa

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Civiltà dei simulacri.  0

Jean Baudrillard scrisse un quarto di secolo fa un testo sul simulacro della modernità. Egli sosteneva che, venuta meno ogni fede, valore, credenza, la contemporaneità si riduceva ad apparenza, finzione. Nel suo testo “Della seduzione” rimarcò in forma diversa lo stesso concetto. “La sessualità – egli scrisse –è oggi soltanto un simulacro”. Correva l’anno 1979. Oggi maggio  2025, constatiamo più che mai la verità di quanto Baudrillard aveva teorizzato. Anche ciò che nella  nostra società risulta più “sacro”, tutto è ricondotto a virtualità, anche il denaro, è  realtà virtuale. Ogni aspetto della vita contemporanea è ridotto a  parodia, con la AI non è più possibile distinguere realtà e finzione, ciò che è effimero dal reale. Che senso ha fare migliaia di km per alloggiare in  alberghi simili a quelli sotto casa, consumare cibi peggiori di quelli della trattoria all’angolo, andare in discoteche dove arredi e musica sono pressoché identici ai locali che frequentiamo abitualmente. I cosiddetti paesi esotici, un tempo luoghi di avventura e di magia, sono ormai molto simili alle città dell’occidente, nella foggia delle case e degli stili di vita. Unico punto di differenza: la più diffusa povertà, che dovrebbe farci riflettere. Un tempo vi erano uomini, e donne, capaci di vivere fino in fondo le loro passioni. Quando nell’800 l’Europa “scoprì” l’Africa, la visse come un mondo di magia e d’avventura. Nel 1956 una giovane e bella donna olandese, Tinne Alexandrine, si recò in Egitto, spinta da un desiderio di avventura. Voleva esplorare le sorgenti del Nilo, vivere con coerenza e determinazione le sue passioni. Al Cairo viveva in una vecchia casa egizia, semi-diroccata, circondata  da arabi e africani, avvolta in abiti orientali, fermamente decisa a non far più ritorno in Europa. Infatti morì durante un viaggio ai margini del Sahara assassinata da un Tuareg che  era stato sconvolto dalla passione per la giovane donna. Per vivere ci vuole coraggio. Il cinismo di oggi non lascia spazio alle passioni, alla vita vera, siamo simulacri, viviamo di simulacri.

 

L’avventurosa  Alexandrine Tinne.

Alexine Tinne in de Haagse Manege

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Opinioni e verità.  0

Roland Barthes  ironizzò sul termine “avanguardia” tratto dal linguaggio militare e usato dalle correnti artistiche. In effetti, considerate sotto il profilo culturale, le avanguardie si sono limitate ad azzerare tutto ciò che l’epistemologia artistica aveva maturato nel corso dei millenni. Tale processo è diretta conseguenza della in – cultura contemporanea che si affida prevalentemente a considerazioni apodittiche.

Ad esempio,il così detto relativismo morale è innanzi tutto relativismo logico in quanto dà  per scontato che ogni persona,  di qualunque livello culturale, sia in grado di capire perfettamente gli elementi della situazione in cui è chiamata ad agire, possa quindi decidere  in modo razionale e corretto. Si pretende di cancellare i limiti della razionalità  sottovalutando il naturale egoismo radicato in tutti gli esseri umani. Non dimentichiamo che, anche se “limitato”, il cervello dei rettili, è alla base evolutiva del nostro cervello, ancora oggi un mistero per la scienza e per l’evoluzione.  Regola i sentimenti, come la rabbia, l’affettività, la felicità, il desiderio.

Maimonide sostiene essere errata l’opinione dei filosofi che confondono le loro opinioni con  la verità.

E’ diffusa la pretesa di  attribuire assoluta e generalizzata capacità di discernimento anche in merito ad  argomenti che studiosi e filosofi hanno affrontato per secoli senza venire a capo di problemi che sono alla base della convivenza umana.

Cronaca e  storia testimoniano la difficoltà di una tranquilla convivenza tra esseri umani. Infatti, una cosa è esaltare diritti e libertà, altro è rispettare i diritti degli altri, renderli effettivi tenendo a bada il diffuso darwinismo che condiziona gli individui della società contemporanea.

Nei millenni in cui si è dipanata la storia umana, vi sono stati importanti successi di  scienza e tecnica, non vi  stati invece significavi progressi nel migliorare la natura umana, non solo negli aspetti di relazione sociale, ma anche per ciò che riguarda la creatività e l’arte, anzi, adottando sofismi teorici,si sono  giustificati  comportamenti francamente  discutibili e forme di creatività a dir poco negative.

Non vi è gran differenza nelle disposizioni morali fra il “barbaro” , descritto da Byron, l’antico navigante che schiacciò contro gli scogli suo figlio perché aveva lasciato cadere un paniere di ricci di mare, e la madre che partorisce due figli li uccide e li seppellisce nel giardino di casa. E’ ciò che accade oggi nelle nostre società nella quali  si accetta il massacro dei 20000 bambini senza reagire pur avendo gli strumenti che consentirebbero di fermare tali comportamenti ignobili. Eppure continuiamo a considerare civile l’Occidente dove queste cose accadono.

 

 

Fotografia : Il cervello del serpente.Occhio del serpente

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