Periodicamente riemerge la diatriba tra parole e immagine. Sul tema Michel Foucault ha pubblicato il libro: “ Le parole e le cose” nel quale, partendo dal periodo arcaico, quando vi era similitudine tra parole e cose, arriva alla nostra era nella quale si è persa l’illusione che la cultura consenta di poter circoscrivere e possedere le cose.
In questo ambito si attua il confronto arte, scrittura, realtà. Rispunta il discredito dell’arte, che com’è noto, risale a Platone ed è ripreso quasi con identiche parole da Biagio Pascal, il quale manifesta il suo disprezzo per la pittura “…che faticosamente presenta qualcosa che in originale si potrebbe vedere e possedere meglio”. Per Valéry invece la potenza della pittura sta appunto nel renderci consapevoli dell’assenza del suo oggetto.
Il teatro è un’altra forma dell’arte dell’inganno. Scriveva Chanfort ; “Il teatro è la prova che gli uomini, anziché correggere i loro difetti, preferiscono celebrarli”. Infatti, per attuare l’inganno, la più importante qualità di un attore è la spontaneità, muoversi e parlare in modo da dare l’illusione che egli sia ciò che finge di essere.
Parole e immagini possono rappresentare cose belle e bruttissime, come ha documentato Umberto Eco nel libro “Storia della bruttezza”, pubblicato nel 2007 (Bompiani). Secondo Aristotele, anche il brutto,dipinto, diventa, se non bello quanto meno interessante.
Anche la parola, anzi più la parola che l’immagine , può esprimere il brutto e la trivialità. Gustave Flaubert, celebre autore di Madame Bovary, in una lettera indirizzata a Louis Bouilles scriveva: “E’una cosa strana come lo spettacolo della natura, ben lungi dall’innalzare la mia anima al creatore, stimoli il mio stomaco. L’oceano mi fa sognare le ostriche, l’ultima volta che attraversai le Alpi mi venne in mente un cosciotto di camoscio che avevo mangiato quattro anni prima…”.
Come rappresentare in pittura desideri così ordinari e materialistici? E’ chiaro che solo la parola può esprimere ciò che l’immagine non arriva a definire, per esempio i desideri di Flaubert.
Sappiamo che anche il surreale può essere raccontato e dipinto. Durante un viaggio nel Sudamerica dei due studiosi Humboldt e Bompland, Gottlieb Schick dipinse: “ Scena notturna sull’Orinoco”, dove i due studiosi, in abito da sera e capello a cilindro in piena foresta amazzonica, si recavano a cena presso un indigeno che aveva preparata per loro una scimmia cotta alla griglia.