La grammatica generativo-trasformazionale di Noam Chomsky ha un precedente riferimento in Aristotele, ripreso da Heidegger in “Introduzione alla metafisica” , quando asserisce che “il logos non è autonomo ma fondato su qualcosa di originario”, cioè radicato nella dimensione che lo precede ontologicamente. Se dunque il lessico accompagna l’evoluzione umana ed ha quindi significativa incidenza antropologica, non si può escludere che possa avvenire anche l’inverso. I media, in particolare cinema e tv, trasmettono un lessico decisamente rozzo e volgare, intriso di richiami genitali. Tutto questo in quale misura incide nella complessiva involuzione di civiltà? Quali saranno la conseguenze sulle future generazioni ? E’ nota la boutade di Richelieu il quale sosteneva: “Ci vogliono due generazioni di vita tra persone civili prima di saper stare correttamente a tavola”. Oggi simile boutade farà inorridire, con qualche ragione, gli antirazzisti di professione, tuttavia guardandoci attorno viene da chiederci quanto tempo dovrà trascorrere prima che si torni tutti a mangiare con le mani. Ritorneremo alle indicazioni contenute nel libro “De civitate morum puerilium” di Erasmo da Rotterdam, nel quale consigliava di usare una sola mano per prendere il cibo dalla pentola, non sputare nel piatto, non toccarsi i genitali durante il pasto ed altri suggerimenti del genere, cose che a noi sembrano assurde ma evidentemente non lo erano al tempo in cui Erasmo scrisse il libro. Tra i frammenti di Archiloco c’è un verso che dice: “La volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande” . Gli studiosi non si sono trovati d’accordo sull’esatta interpretazione di queste oscure parole. Oggi con la scolarità di massa l’istruzione è diffusa mentre la cultura è in calo, considerata non più necessaria. L’acquisizione di un più elevato livello di coscienza di sé, che si compì nel corso del Rinascimento, è andato degradando con la modernità. Vi è notevole contraddizione tra la tecnologia, che implica precisione funzionale, e la casualità improvvida dei comportamenti quotidiani. Prevale l’aspetto irrazionale che concede ampio spazio all’emotività con la motivazione che il mondo tecnologico contrasta con la prassi dei rapporti umani. Così finisce per prevalere il motto che Rabelais immagina posto sul frontone d’ingresso dell’Abazia di Teleme: “ Fa ciò che vuoi”. Siamo vicini al nocciolo delle peculiarità strutturali individuali che presiedono all’esperienza, la quale non è più vista come un percorso in qualche modo obbligato, legato alla crescita umana, ma come stimolo ludico, ricerca di evasione. Tutto ciò si riflette ampiamente nel linguaggio dell’arte che ha abbandonato la traccia di conoscenza tecnica e culturale per affidarsi all’estemporaneo impulso provocatorio. La modernità ha confermato che gli esseri umani non sanno rinunciare ai miti, ne creano continuamente, in particolare di personaggi “trasgressivi” . Da quando Roland Barthes nel 1957 scrisse “Miti d’oggi” la realtà ha superato le più pessimistiche previsioni. La popolarità di un personaggio oggi si giudica dal numero di follower sui network. Lady Gaga pare abbia 43 milioni di follower, supera il Papa ed ogni altro personaggio. La cultura vera non ha molto seguito. Incide su mentalità e comportamenti correnti la squallida filmografia Made in Hollywood. La fine della nostra specie non sarebbe una tragedia, forse permetterà di salvare flora e fauna ormai residuali sul pianeta Terra..
Considerazioni sull'arte