Lo stato dell’arte
Le rappresentazioni sono inevitabilmente soggettive ; ciascuno di noi associa a una stessa espressione una rappresentazione diversa, a meno che non sia suggestionato dalla lettura dell’opera del critico/filosofo. I livelli di lettura di un’opera sono legati alla cultura del soggetto e rispondono a un fattore psicologico. Husserl distingueva tra l’io psicologico che appartiene al mondo,e l’io profondo; ovvero l’essere reale e l’essere ideale. Due realtà dell’essere oggi cancellate o fuse nel pesante materialismo contemporaneo, e da una distratta superficialità. L’io psicologico risulta inquinato dalla predominanza di un pragmatismo funzionale che ignora tutto ciò che non è ludico, concreto, materiale. Non c’è spazio per nessun tipo di idealità, viviamo nella totale ignoranza dei fini della nostra esistenza. La nostra esperienza del mondo è ridotta ad accumulo, possesso materiale, consumo. Cassirer sosteneva che l’uomo è un animale simbolico, ma la simbologia contemporanea è ridotta anch’essa a volgarità e materialità. Le élite sono costituite da soggetti semianalfabeti, attori, cantanti, attrici porno. L’arte, che fu tra le più elevate espressione simboliche, è ridotta anch’essa ad espressioni laide alle quali le teorie femministe hanno dato un contributo decisivo. Pensiamo al lampadario di tampax di Joana Vasconcelos, alle donne defecanti a carponi di Kiki Smith, e molti altri simili “capolavori”. Per Schopenhauer la demenza è essenzialmente perdita della memoria. Ed è’ ciò che sembra affliggere la nostra era, con conseguente rifugio nel solipsismo, nell’illusione di trovare soluzioni “pratiche”. Diceva Ennio Flaiano:” Colui che crede in se stesso vive con i piedi fortemente appoggiati su una nuvola”. Tutta l’arte contemporanea sembra avere fatta propria la boutade di Oscar Wilde con “Istruzioni per l’abuso”. E sempre di Oscar Wilde la profetica affermazione:” Tutti coloro che sono incapaci di imparare sono messi ad insegnare” . Sintesi della situazione delle scuole italiane, in primis delle Accademie. Si è smarrita la dimensione ontologica della libertà, l’esperienza del mondo non può essere vissuta senza una presa di distanza, come chi pretenda di vedere appoggiando il viso contro l’oggetto che vorrebbe osservare. L’uomo può acquisire la capacità di rispecchiare conoscitivamente tutta la realtà esterna, nonché se stesso, con una presa di distanza razionale .La vita umana è coscienza e autocoscienza sosteneva Husserl.
piergiorgio firinu