Nel libro “Introduzione all’etica” , Edmund Husserl affronta, tra l’altro, il tentativo di definizione o confronto, della cultura, pratica e teoretica. Il tema, in forma e con intenti diversi, è stato trattato da Snow Charles Percy in un libro pubblicato nel 1980 con il titolo “Le due culture”.
Oggi forse l’argomento è di minore attualità dal momento che la cosiddetta cultura umanistica ha lasciato il posto alle dottrine tecniche.
La filosofia ha di fatto rinunciato ad essere la coscienza critica della società, impiegata piuttosto nel giustificare la deriva etica. Il pensiero debole è uno dei percorsi verso l’abbandono di tutto ciò che costituiva l’impalcatura di sostegno alla fragile società umana, l’osservazione del dato cognitivo dell’esperienza.
Le discipline tecnologiche, più in generale scientifiche, si sono sottratte alla valutazione etica e per certi aspetti anche alla ragione, intesa nel senso più ampio, cioè non concentrata sul risultato immediato. Il settore in cui è più palese la cecità della scienza è testimoniato dalla distruzione dell’ecosistema.
Un altro campo in cui emerge lo spregevole cinismo della civiltà, è quello degli armamenti. Mentre una larga parte del pianeta soffre la fame e le conseguenze delle malattie, sono state destinate risorse enormi per l’invenzione e la produzione di armi sempre più sofisticate e letali. Tutto sempre declamando il rispetto dei diritti dell’uomo e la sacralità della democrazia.
E’ chiaro che, vista la situazione, qualsiasi interesse al campo dell’arte appare come pretesto di distrazione. Ma, per ritornare al riferimento iniziale, anche l’arte ha abbandonato il principio teoretico, cioè la cultura “inutile” come la definiva Bertrand Russel, per adottare la tecnologia e le modalità di creazione della realtà virtuale.
Husserl sembra aver realizzato che la distinzione tra cultura pratica e cultura teoretica finisce per essere questione di lana caprina. Il bisogno di cultura, senza distinzioni, nella società è venuto meno. Ci sono stati ingegneri che hanno creato capolavori letterari, giuristi che hanno creato opera d’arte meravigliose, medici che hanno indagato le profondità della coscienza umana. Tutti costoro attuavano autonomamente la distinzione tra conoscenza delle tecniche professionali, e il bisogno di coltivare la sensibilità nutrita dalla cultura umanistica senza la quale ogni vera cultura è chimera.