Forse non dovremmo stupirci se il mondo dell’arte si affida ormai a una sorta di trovarobato tra ready-made e recupero di oggetti strani di ogni genere. La trasformazione della realtà attraverso l’uso delle parole ha reso tutto possibile. Dopo il postmoderno e la post verità, siamo arrivati alla post ignoranza. Su riviste, libri, inserti culturali, si leggono sequele di truismi e banalità. Non c’è più spazio per lo stupore. Il professor Cipolletta, nel libro “Allegro ma non troppo”, segnalava che la popolazione aumenta, l’intelligenza resta costante. Per supplire, la scienza inventa l’intelligenza artificiale, forse per la difficoltà di sviluppare l’intelligenza naturale. I media costituiscono una rassegna di assoluta insignificanza e volgarità. Usiamo parole delle quali non conosciamo il significato. L’espressione cinismo ha assunto un significato esattamente contrario a quello della filosofia cinica da cui scaturisce. Antistene, Diogene Sinope, Epitteto erano i maggiori esponenti di quella corrente filosofica. Nell’uso comune, cinismo è qualcosa che concerne disinteresse delle persone mirare ai propri interessi. In realtà i cinici proponevano una vita semplice, essenziale. I Cinici anticiparono di 2300 anni le regole che saranno state adottate da alcuni ordini monastici. Avevano come unica proprietà un mantello che serviva anche da coperta quando dormivano dove capitava. Mangiavano ciò che trovavano. Perché si usa la denominazione di “cinico” in senso diametralmente opposto al significato? La manipolazione del linguaggio è lo strumento per divulgare tesi decettive, in coerenza con il pensiero unico. Il linguaggio verbale e visivo si presta alla creazione di mitologie fatue, icone che sono l’opposto di una vita sana. Tra l’altro è paradossale l’adozione del temine “Icona”, una immagine religiosa di origine bizantina, adottata anche dalla chiesa ortodossa russa. Oggi è una icona una attrice pornografica, un cantante omosessuale, un trans gender noto nell’ambiente mondano. Assistiamo a un decadimento umano e culturale davvero penoso. Nel nome della “libertà” dei così detti “diritti individuali” tutto è non solo accettato, ma celebrato. Gli effetti collaterali, sono disordine, maleducazione, violenza.
Considerazioni sull'arte