Cenni della storia dell’arte.  0

Il termine  Rinascimento è una parola comoda, prestigiosa, mitica. Semplifica, svia, suscita discussioni senza fine. Oggi nessun storico potrebbe accettare di considerare il Rinascimento come un hortus conclusus riservato alla storia dell’arte, al pensiero innovatore. Arte e letteratura sono soltanto il linguaggio per la società che lo parla, lo ascolta, lo approva, lo modifica quando lo ritiene necessario. Il Rinascimento deve essere collocato nel tempo completo, nello spazio completo, nel significato della storia.Abitualmente la prudenza consiglia distinzioni, sfumature: pre Rinascimento, primo Rinascimento (Firenze), secondo Rinascimento (Roma). Tutto ciò porta presto alla morte di Raffaello (1520), alla decomposizione delle strette regole pittoriche alla maniera di Michelangiolo. Sono queste le supposizione abituali, molto ragionevoli, fin troppo ragionevoli dalle quali si distingue l’ardire di Armando Sapori, che fa cominciare il “vero” Rinascimento dal secolo XII. Alcuni addirittura lo fanno risalire all’anno Mille, in questo caso le cose sarebbero più nette. Secondo Georges Lefebvre il rinascimento arriva, d’un solo tratto, fino ai molteplici lumi del ‘700, questa opinione era condivisa da Huizinga che sosteneva fosse necessario spingersi fino all’illuminismo, perché si trovasse nuovamente mutato il destino culturale dell’Europa. Hanno probabilmente ragione tutti e tre nell’affermare la necessità di vedere il dispiegarsi  del Rinascimento nella lunghissima durata, il che significa non separarlo dalle sue radici medievali, epoca indagata i dal semiologo Umberto Eco, vi fu certamente un umanesimo medievale, dalle propaggine moderne. Il Rinascimento, potremmo dire con qualche approssimazione, è la lenta trasformazione che non finisce di compiersi, attraverso la quale la civiltà occidentale passa dalle forme tradizionali del Medioevo alle forme nuove, già attuali, della prima modernità, gettando le basi della supremazia europea, che sono andate sempre più scolorendosi nella civiltà occidentale contemporanea. Appena l’Europa è uscita dalle sue antiche contraddizioni, per ignavia e grazie alla sofistica mollezza dei propri intellettuali, né ha fabbricate  prontamente nuove contraddizioni, e ha dato inizio alla costante opera di distruzione della cultura artistica in omaggio a un distorto concetto di modernità. Si è messa in atto una progressiva destrutturazione, gli economisti parlerebbero di processo non neutro. Nell’ansia di rottura delle antiche tradizioni, di desacralizzazione, la promozione dell’umano si è ridotta ad autoesaltazione. L’uomo vede se stesso al centro del mondo, più di quanto è accaduto in passato avendo rimosso ogni forma di spiritualità, ma anziché nutrire questa consapevolezza di responsabilità, ha scelto di dare spazio alla gonfia presunzione: non domina ma presume. L’arte, non solo non ha saputo opporsi a questa trasformazione dell’uomo in materia di consumo, ma l’ha accompagnata con lo squallore di rappresentazioni che umiliano l’arte e tutto ciò che il Rinascimento ha creato       Pittura rinascimentale 500

Share This:

No Comments Yet

Lascia un Commento

Email not published ( * Required )

Verification Captcha

Attenzione! Si sta tentando di caricare un’immagine non valida. Se salvata, questa immagine non viene visualizzata con il proprio commento.
Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.