Da bambino, come tutti i bambini, spesso alzavo gli occhi al cielo e osservavo le nuvole alle quali, con la mia fantasia davo forme e significati. Vedevo angeli, giganti, cavalli al galoppo. Quando il cielo era coperto da nubi nere, immaginavo che le nubi bianchi lottassero per riemergere e il cielo libero desse spazio al sole. Crescendo ho imparato che,come le nuvole anche delle parole vengono fatti molti usi. Parole volgari, offensive, rozze. La poesia colpisce la realtà come un ariete, con parole carezzevoli o graffianti apre spiragli dai quali fare entrare la fantasia, il sogno, o più prosaicamente una realtà che non vediamo. La composizione poetica è sempre più eloquente di qualunque narrazione. Thomas Stearns Eliot nei “Quattro quartetti”. Scrive:“ Passi echeggiano nella memoria, in quel corridoio che non percorremmo, verso quella porta che non aprimmo mai”. Baudelaire tentò tutta la vita di ampliare i confini della sua umana pochezza. Fu il primo critico dell’arte e riesumò la sua confusa coscienza in “Les fleurs du mal”. “Come il corpo pesca raffinati amori dei quali non è mai sazia”. Friedrich Nietzsche in “Così parlo Zarathustra” scrive: “ I poeti mentono troppo” . Ma poi aggiunge: “ Non è possibile rispondere peggio di quando si dice la verità”. Forse per questo il grande poeta Ezra Pound fu dichiarato pazzo e rinchiuso in manicomio. Egli scriveva: “ Tempus loquendi. Tempus tacendi” . Se la poesia è pura, raramente i poeti hanno l’anima e il cuore tersi. Arthur Rimbaud un uomo dalla vita travagliata e indegna che scrisse in gioventù, prima di far commercio di schiavi, poesie sublimi dalle quali trasparivano le sue voglie. “Oh! Così essere nudi, cercare gioia e riposo, / Con la fronte rivolta alla parte gloriosa, / E insieme liberi mormorare singhiozzi?”. Anche i poeti si trovano a dover affrontare il dolore. Oscar Wilde fu condannato al carcere per omosessualità, altri tempi, oggi la sodomia è un vanto. Chiuso nel carcere di Reading , compose “ La ballata del carcere di Reading”. Egli scrisse: “ Eppure ogni uomo uccide ciò che ama….” . Le parole fanno sanguinare, sono al servizio dell’inganno molto più che della poesia, e nella loro abbondanza non è contenuta la risposta alla domanda di Ponzio Pilato: “Cos’è la verità?”. Come gli spruzzi di una cascata impetuosa si succedono fulminei e si disperdono, mentre l’arcobaleno che da quegli spruzzi è generato, resta immobile nel cielo. La poesia e l’arte vanno oltre agli artisti e lasciano una traccia di speranza che altri potranno seguire.
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