Con una certa frequenza la cronaca riporta episodi criminali in famiglia, suicidi e azioni autolesionistiche. Siamo così immersi nel rumore della modernità, nel bailamme di superficialità, da aver persa l’abitudine a pensare, tanto che, chi affronta le questioni basiche dell’attuale situazione di esistenza dei più, è percepito come un pedante chiliasta .Tutte le filosofie hanno affrontato il tema base dell’esistenza, sotto diverse ottiche. Osservando l’arte e la letteratura contemporanea con un minimo di distacco, appare di solare evidenza la banalità di forme e parole forgiate quasi esclusivamente per lucro. Cultura e arte non costituiscono il tentativo di offrire effettivo contributo al miglioramento in senso positivo della società, anzi l’orientamento è esattamente opposto, un continuo elogio di devianze e alla trasgressioni . Non è il caso di affrontare un tema così complesso che appare una sorta di cortocircuito tra cultura – società – cultura, in cui è inclusa ovviamente anche la produzione artistica, condizionata e condizionante il sistema sociale nel suo complesso. Il filosofo cinese Shao Yung (1011-1079 sviluppò una filosofia che aveva come riferimento complicati diagrammi nei quali - segno- forma-pensiero, costituiscono tutt’uno all’interno di precisi parametri . La più grande opera di Shao Yung è un elaborato diagramma cronologico del mondo esistente. Secondo questa cronologia l’età d’oro del mondo è già trascorsa da tempo; essa fu realizzata al tempo Yao, il re filosofo della tradizione che regnò, secondo gli studiosi, nel XXIV secolo a.C. Oggigiorno siamo in un periodo che corrisponde al diagramma Po, epoca di declino. La maggior parte dei filosofi cinesi considerano la storia umana come un processo di continua degenerazione. La teoria secondo cui ogni cosa implica la sua propria negazione ha sapore hegeliano ma, mentre secondo Hegel la negazione di una cosa dà origine a una nuova cosa di più alto livello, secondo Lao-tse e le appendici del “Libro delle mutazioni” , la cosa nuova non fa che ripetere quella che l’ha preceduta in modo più degradato. Tale teoria non vale solo per il mondo cinese. Se noi mettiamo a confronto i progressi della tecnica nelle società occidentali con l’attuale condizione della natura umana, ci rendiamo conto dell’evidente regressione. A fare, per così dire, da paravento, è lo sviluppo della scienza e della tecnica in grado di rimediare ad errori e nefandezze di vario genere. Resta vero che sotto il profilo umano ed etico la decadenza è palese. Nell’ambito artistico siamo al grado zero di sensibilità e immaginazione creativa. Gli esempi sono innumerevoli. Ricordiamo due personaggi che hanno legata la loro notorietà ad un ’orinatoio. L’imperatore Vespasiano che primo ebbe l’idea dei gabinetti pubblici, suo il detto “pecunia non olet” Duchamp, il quale, con il decisivo supporto della critica e filosofia dell’arte, elevò un orinatoio a dignità artistica . Per i tempi della storia, e ancora di più dell’evoluzione della specie, i due “inventori” sono quasi contemporanei, entrambi appartengono a pieno titolo al mondo occidentale, un dettaglio che merita riflessione.
Considerazioni sull'arte
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