Nella filosofia buddista si dice:” Se un uomo fosse trafitto da una freccia non pretenderebbe, prima di farsela estrarre, di sapere chi ha tirato la freccia, se è sposato, grande, piccolo, biondo, vorrebbe liberarsi al più presto della freccia”. L’insegnamento conduce all’essenza di ciò che davvero è indispensabile agli esseri umani. Non certo cupidigia, passioni sfrenate, vizi, depravazione. L’appagamento del corpo uccide l’anima qualsiasi cosa intendiamo con questo termine. Capita, afferma la filosofia buddista, che coloro che sanno non parlano, coloro che parlano non sanno. Riflettiamo sul bailamme di rumori, che noi chiamiamo comunicazione. C’è un detto cinese : “ solo un nobile silenzio non vìola la Verità”. E’ preoccupante non tanto cosa accade intorno a noi, ma l’entusiasmo con cui accettiamo ogni cosa abbia l’etichetta di nuovo o venga considerato tale. La dialettica è la forma logica associata ai filosofi, Zenone, Elea, Hegel. Ma il loro pensiero è oggi travisato. Siamo prevenuti circa l’idea di etica, pressoché abolite espressioni come” libertà dello spirito”, timorosi di tutto ciò che consideriamo un limite alla nostra libertà. Quando parliamo di libertà abbiamo in mente soprattutto il corpo, la sessualità. Nella filosofia di Aristotele l’apparenza è trattata come fattore che contrasta con l’essenza delle cose. Da qui deriva l’importante corollario che nega il sé e tutte le altre simili teorie. Hume nega l’esistenza dell’ego come unità distinta. Si avvicina alla dottrina buddista dell’Anatta che rappresenta l’esatto opposto di quanto sostiene Kant nella Critica della Ragion Pura( Logica trascendentale). Kant afferma “Io sono”, con ciò egli intende esprimere la coscienza che accompagna ogni pensiero del sè. La differenza con i filosofi buddisti consiste nell’uso che si fa della preposizione filosofica “sé”, una volta che è stata enunciata. Ma il punto focale è un altro. L’uomo occidentale è da tempo abituato alla completa scissione tra la teoria dei principi e l’atteggiamento concreto nella prassi quotidiana. Schopenhauer e Herbert Spencer vengono subito in mente come esempio negativo. Nel buddismo l’essere umano non è giudicato dal suo stile o dalla sua erudizione, e neppure dalla coerenza interna della sua dottrina, ma soltanto dall’accordo di questa con la sua vita. L’obiettivo dei buddisti è imparare a comportasi come se non esistesse l’ego. Viene in mente la dichiarazione del regista che ha presentato al Festiva del cinema di Venezia nel 2015 un film in cui un uomo diventa donna. Per motivare il film costui ha affermato: ciascuno deve avere la possibilità di liberarsi dalla prigione del proprio corpo. Affermazione che ricalca le teorie gender prodotte dal femminismo. Dice Chanfort:” Chissà perché quando si vìolano le norme non è mai per elevarsi, ma sempre per scendere più in basso”. L’Europa non ha mai avuto pensieri spirituali autoctoni, è stata piuttosto assorta dall’economicismo e materialismo. Tutto ciò che di spirituale è apparso in Europa è preso a prestito dall’Asia, Gesù Cristo incluso. Il materialismo dell’occidente ha comunque finito per prevalere, tanto che anche il cristianesimo si è fatto istituzione, insediandosi con fasti e lussi in prestigiosi palazzi e chiese. Ne deriva che la progressiva degenerazione socio- culturale del nostro tempo, l’arte di oggi lugubre espressione della tecnica e del materialismo dominante, è la naturale conseguenza del vizio di origine.
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