L’ontologia dell’arte è una creazione immaginifica che risponde ad esigenze di varia natura. Alexandre Kojève nel suo testo su Kandinsky scrisse: “ Picasso riesce a fare un quadro solamente una volta circa su cento in cui mette i colori su una tela”. E tuttavia Picasso è considerato un mostro sacro della pittura contemporanea. Per Kant rimane valido l’antico nesso tra gusto e società, egli affronta il tema tra giudizio puro e giudizio intellettualizzato, a cui corrisponde la contrapposizione tra bellezza “libera” e bellezza “aderente”. Una dottrina importante per la comprensione dell’arte. Il riconoscimento dell’arte, in base alla fondazione estetica collegata al giudizio sul gusto, induce a riflettere sulla differenza di giudizio tra ciò che abbiamo in mente e ciò che abbiamo davanti agli occhi. Conseguenza di questa considerazione è che l’opera d’arte dovrebbe essere qualcosa di più che conforme al gusto. Nella interpretazione kantiana sull’estetica, Winckelmann e Lessing, assumono una posizione chiave. Per entrambi “espressione di moralità” è strettamente legata alla bellezza, soprattutto quando raffigura il corpo umano. Schiller offre una propria interpretazione della bellezza secondo cui la pittura esprime, nell’impegno della trasfigurazione, una estetica che si propone un ideale il quale costituisce una versione possibile della immaginazione creativa. Hegel ha colto, nelle sue lezioni di estetica, e tradotto in concetto l’espressione della spiritualità che dovrebbero essere propria dell’arte.
Considerazioni sull'arte
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