Archives for : febbraio 18, 2014

Visione, memoria, inganno  0

La questione estetica, accantonata dalle avanguardie, si riaffaccia nella forma artificiosa del consumo. L’ontologia estetica è di per se artificiosa, invenzione di una civiltà che si affida alla apparenza e si avvale delle manipolazioni del pensiero estetico ridotto a celebrazione del consumo. L’impropria definizione di arte Pop, riduce il popolare al consumismo. Nulla di più lontano dalla radice contadina della civiltà preindustriale. Abbiamo dato corpo a una quantità di ingannevoli apparenze, diventate produttrici di miti effimeri e icone della società contemporanea. La nostra potrebbe essere definita la civiltà dell’inganno. Per J.J. Rousseau, “l’uomo che pensa è un animale depravato”. Per Musil la scrittura è contro natura, egli affermava: “ sono nato da una donna, non da un calamaio” (Oggi diremmo da un PC.) La difficoltà dell’artista contemporaneo di realizzare qualcosa di davvero significativo, deriva dall’eccesso d’immagini e di comunicazione. Possiamo risentire la voce di una persona deceduta da tempo. Possiamo vedere contraddetta la legge di gravità, quando vediamo risalire sul trampolino un tuffatore che era finito in acqua. Questi sono semplici, puerili, inganni rispetto alle possibilità che la tecnica ha di creare un mondo virtuale al quale siamo ampiamente assuefatti da cinema e tv. E’ pensabile che tutto ciò non abbia influenze sulla psiche del paradigmatico “uomo della strada”, il quale è totalmente inconsapevole che le proprie azioni e scelte sono predeterminate da suggestioni più o meno sublimali. L’arte contemporanea si arrabatta tra ready made, squali, in formaldeide, alberi esposti tali e quali, merce dei grandi magazzini, ricostruzioni di intere farmacie, tentativi patetici di mascherare la propria inutile inadeguatezza. La fotografia rappresenta l’appropriazione di frammenti di realtà, che però spesso è costruita. Celebre la polemica sulla autenticità della fotografia di Robert Capa che raffigura un miliziano colpito da un proiettile. L’artista sembra abbia rinunciato da tempo al confronto con la tecnica, l’accetta supinamente. Il pittore coglie le sfumature del cielo, il carattere di una persona attraverso l’espressione del viso. Dettagli che la riproduzione meccanica non è in grado di cogliere. presagi500

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