Quando l’evidenza diventa incerta, le opzioni ne assumono il ruolo. L’identità diventa una protesi , tentiamo di esprimerci con azioni o concetti sempre più vagolanti, tutto diventa sommamente ingannevole. Marcel Duchamp trascorse le feste di Natale del 1919 con la famiglia a Rouen. La sera del 27 dicembre contava d’imbarcarsi a Le Havre a bordo del piroscafo La Touraine per raggiungere New York ( mi dilungo sull’episodio per una completezza non reperibile sul Web!). Prima di partire si recò in una farmacia in rue Blomet dove acquistò un ampolla che fece svuotare del liquido contenuto. Dopo di chè chiuse l’ampolla. Arrivato a New York fece visita ai suoi amici collezionisti Water e Louise Aremberg consegnò loro l’ampolla vuota che aveva portato con sè, come regalo del visitatore ai suoi ospiti spiegando loro che, visto che i suoi fortunati amici possedevano già tutto, aveva voluto portare loro cinquanta centimetri cubi di Aria di Parigi. Un volume d’aria delle coste francesi entrava così nella lista dei primi ready-mades. Duchamp non si preoccupò affatto che il suo oggetto “aereo” improvvisato costituisse una falsificazione. L’ampolla infatti non conteneva l’aria di Parigi ma l’aria di una farmacia di Le Havre. La disinvoltura etica degli artisti è nota, per Duchamp fu una carta vincente per abbindolare i collezionisti americani a partire dalla sua principale finanziatrice Katherine Dreier. Nel 1959 Piero Manzoni ripete l’operazione con “Corpo d’aria”. L’opera consisteva in un palloncino riempito d’aria. Dalla documentazione critica in mio possesso, risulta che nessuno dei molti intellettuali che sostenevano Manzoni abbia rilevato che il più noto nipotino di Duchamp in Italia, non aveva fatto altro che imitare il maestro. La cultura moderna opera contro l’evidenza. Cultura, arte diventano metafore di se stesse, trasformano radicalmente il modo di essere de”La natura ha circondato l’uomo di pure illusioni”, l’aria, trasformata in “opera d’arte” si traduce dunque in una tautologia, rivelando un pensiero che ha perso totalmente l’ancoraggio al reale. Anche le illusioni non sono create, ma raccattate ed espresse in estemporaneità effimere.
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