Rousseau è stato tra i primi a dare alla psicologia sociale e alla diversità scientifica la connotazione di disprezzo per l’essere umano. Anche l’arte moderna sembra inconsciamente richiamarsi a forme di denigrazione, salvo quando si affida a un tempo onirico della ragione in cui il possibile assorbe in se il reale.
Se cercassimo nei nostri tempi formulazioni di percorsi verso forme simboliche nel campo dell’arte, ci troveremmo di fronte all’arte fantastica dell’immagine , in cui i simboli psichici del profondo hanno preso la forma di formulazione visive. Un esempio sono le rappresentazioni di alberi di Renè Magritte, soprattutto nell’opera dal titolo “La reconnaissance infinie”. Del 1994. Una tempera di piccole dimensioni mostra un albero a forma di cuore. Il quadro può essere letto come un trattato ermetico sulla trasposizione fantastica di una realtà separata che richiama l’albero della vita.
Gaston Bachelard con la sua fenomenologia dell’immaginazione ci ha offerto una chiave di interpretazione sul percorso del surreale simbolico. La mano sognante che traccia il segno. Sembra che l’inconscio riconosca quale simbolo la duplicità dell’esistenza inconsapevole e tuttavia tesa alla ricerca della solidità di un pensiero che sia base di positività.
L’opera d’arte compiuta perpetua il ricordo della gratificazione e ha valore nella misura in cui contrappone il proprio ordine a quello della realtà, un ordine in cui è possibile intravedere ciò che può essere fatto per continuare a dare senso all’esistenza senza bisogno di sconvolgere lo spirito e i sensi, secondo definizione della vocazione poetica data da Rimbaud
E’ un luogo comune lo stereotipo dell’artista eccentrico ed eccessivo. L’arte necessità di intelligenza presente a se stessa. La tradizione latina usa l’espressione “trascendere” che ha fatto la storia del pensiero di cui l’arte è l’espressione visiva. Prima di trascendere è necessario scendere, approfondire, un minimo della conoscenza di ciò che s’intende superare attraverso una parafrasi creativa, in caso contrario tutto si riduce a un brancolare in un vuoto privo di significato.
Renè Magritte, La reconnaissance infinie, tempera, 1994