Gli artisti, e ancora più le artiste, fanno l’uso frequente della esibizione del corpo, in films e fotografie. Questo si traduce in oggettivo svilimento della persona.\
“Si dovrebbe onorare meglio al pudore col quale la natura si dissimula dietro enigmi e incertezze variegati. E’ possibile che il suo nome, parlando Greco, sia Baùbo? “ (Friedrich Nietzsche, La Gaia Scienza.)
Anche il misantropo Schopenhauer rivaluta a suo modo la sessualità quando scrive: “…Nella realtà i genitali costituiscono il vero punto focale della volontà, e quindi il polo opposto al cervello che rappresenta l’intelligenza,ossia l’altra faccia del mondo”.
Jacques Lacan nelle sue lezioni del 1959 “ Etica della psicoanalisi”, ha esaminato parte di ciò che sotto il nome “la Cosa”, tentava di esprimere un oggetto psicologico preoggettivo: secondo Lacan bisogna prima di tutto che l’oggetto deve sempre essere considerato come perduto. Vi è l’esigenza di rimuovere la negatività per dare spazio al necessario.
L’utero diviene,va al di là, la vulva, si offre nell’illusione artistica, l’immaginazione invitante che però, nell’eccesso di libertà e di offerta, ha perso un gran parte attrattiva, anche se resta ciò che Heidegger chiama l’inaggirabile.
J.P. Sartre, in “ L’essere e il nulla” (Galimar, Parigi 1943) scrive: “ L’oscenità del sesso femminile è quella di tutte le cose aperte; è un richiamo a essere, come d’altronde tutti i buchi”.
Secondo Maurizio Ferraris l’arte ha il solo scopo di suscitare emozione, se non suscita emozione non è arte. Tesi quanto meno azzardata, anche perché,se tale principio venisse applicato,buona parte dell’arte contemporanea non sarebbe arte, il che probabilmente è vero, ma per altre ragioni.
Quando parliamo di emozioni dell’arte a cosa ci riferiamo? Che tipo di emozioni possono suscitare le scultura con donne a carponi che defecano di Kiki Smith , il letto sfatto di Trace Emin, le sculture di vagine di Cindy Sherman. Perché vi è l’ossessione femminile per sesso?
Ovviamente non c’è stato critico, sottolineo critico, non laudatore, che si sia inoltrato in una ermeneutica artistica su questo tema che risulta piuttosto scivoloso. .
La filosofia che usa l’arte per le proprie precarie teorizzazioni ricorda il barone di Mùnchausen, il quale caduto in uno stagno con il proprio cavallo cercava di sollevare l’animale con le proprie gambe e se stesso tirandosi su per i capelli.
Kikki Smith : senza titolo, Scultura