Opinione e pregiudizio.  0

All’avvento della rivoluzione industriale, tra il 1760 e il 1840,  masse di contadini e volgo, si riversarono nelle città e sostituirono, per così dire, l’aratro con il libro, si dedicarono alle cosiddette professioni liberali e svilupparono varie attività artigianali. Questo radicale,enorme cambiamento fu all’origine della civiltà urbana così come oggi la conosciamo.

Nel secondo dopo guerra, quando le società occidentali raggiunsero un certo benessere, sorsero movimenti giovanili e scuole di pensiero contrarie alle forme di selezione attive nella società che vennero giudicate repressive.

E’ noto che, chi ritiene di possedere la verità, non considera necessario  rimetterla in discussione, anzi pone le proprie certezze a fondamento di ogni discussione e mediante esse crede di poter giudicare e condannare chi ha opinioni contrarie. Questo era l’atteggiamento di molti movimenti sociali e artistici.

Negli anni 1950-1951 lo scrittore giornalista Guido Piovene soggiornò negli Stati Uniti, e nel 1962, ispirato dalla sua esperienza americana scrisse “De America” ,libro nel quale descrisse il suo viaggio attraverso gli Stati Uniti, e mosse critiche alla società americana.

Egli usò la metafora del sangue che, quando arriva al cervello, è filtrato dalla barriera  emato encefalica e paragonò questo processo alle selezioni che ogni società attua nei confronti dei giovani che aspirano a diventare la classe dirigente del futuro. Espresse la convinzione che i giovani tendessero  a sottrarsi ai meccanismi di selezione sociale che infatti gradatamente si allentarono fino alla loro rimozione. Ai giorni nostri vi è una sorta di mito della libertà, e non esistono filtri di alcun genere. Le masse agiscono condizionate dai media, soprattutto la tv,  la società contemporanea è ipercinetica e superficiale.

Si usa spesso, quasi sempre in senso negativo, il sostantivo maschile: “pregiudizio”. Non ci si rende conto che pregiudizio è conoscenza acquisita, esperienza di vita, tutti agiamo e pensiamo in base ai nostri pregiudizi. Nel sistema che crea l’opinione, l’unica differenza consiste nell’accettare l’autorità altrui o affidarsi solo alla proprie convinzioni.

È triste osservare come il non sapere, la grossolanità senza forma ne gusto, incapaci di tener fermo il pensiero anche soltanto su una proposizione astratta e quindi ancor meno capaci di cogliere il nesso tra le diverse proposizioni proclamino di essere l’espressione della libertà e della tolleranza, del pensiero creativo, talvolta persino della genialità. Questo modo di ragionare produce al massimo una retorica infiocchettata di verità banali, o meglio di non verità, in quanto edonismo e pragmatismo inducono il pensiero a fermarsi all’essenziale trascurando l’essenza.

Heidegger scrisse: “L’equivalenza di qualsiasi opinione è la schiavitù dell’occidente.

 

 

 

Tu dove seifolle copia

 

 

 

 

 

Share This:

No Comments Yet

Lascia un Commento

Email not published ( * Required )

Verification Captcha

Attenzione! Si sta tentando di caricare un’immagine non valida. Se salvata, questa immagine non viene visualizzata con il proprio commento.
Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.