Quanto può far pesare che lo spirito scientifico resti sostanzialmente identico attraverso le più profonde rettifiche, mentre il pensiero artistico non è considerato in funzione dello sviluppo formale? L’arte è un linguaggio, un semplice metodo di espressione, ci siamo abituati a considerare l’arte come utensile al servizio della ragione, cosciente di se stessa. La forma come espressione di idee dotate di una chiarezza primordiale, una delle modalità nelle quali si segmenta la storia umana. All’origine dello spirito artistico, quando le prime immagini avevano forza suggestiva, quasi magica,ciò favoriva il formarsi di embrioni d’idee che contribuivano alla evoluzione, la traccia, il segno come affermazione e/o evocazione. Non era pensabile ai primordi il concetto di astrazione. Ammettere l’idea di immagine astratta andava oltre la pur fertile immaginazione dei primitivi. L’evoluzione dell’arte ha oscurato il visibile, ha cancellata la magia evocativa della narrazione per immagini. Collegare tra loro certe conseguenze come la legge delle aree formali, le quali hanno esse pure un significato chiaro diretto nell’intuizione. Nelle nuove teorie lo spirito artistico si è allontanato dalle immagini ingenue, è diventato in un certo senso la rappresentazione della indicibilità del mondo, interamente impegnato a creare forme di comunicazione estremamente complesse, il cui significato non è reperibile nell’opera che dovrebbe esprimerlo. Eppure per meglio dire l’apporto artistico è quello che costituisce l’asse della scoperta, della espressione, la sola che permette di pensare il fenomeno arte trascurando il dato. Non c’è alcuna conoscenza senza la padronanza del momento capace di consentire un reale progresso gnoseologico. Se volessimo situarci da un punto di vista di osservazione, per così dire psicologica, non potremmo sfuggire alle reazioni dello strumento che usiamo artificiosamente. Si vede allora che l’artista quando pretende di scrivere una pagina d’arte ricorrendo alla matematica integrando scritto e pensiero fallisce. Il tentativo di usare il teorema di Fibonacci per creare un’opera d’arte non è riuscito, l’azzardo si traduce semplicemente in una forma di rozza superficialità priva del significato che velleitariamente pretende di esprimere. E’ incisivo il commento di Slider. Così nella forma di espressione artistica cade in una vuota considerazione estetica sottolineata da Heisenberg che vuole che le nozioni impiegate abbiano almeno un significato sperimentale. L’arte è in se stessa sperimentale, le provocazioni non sono più la traduzione formale di “esperienze”, ma estemporanee offese della ragione. L’arte riesce a esprimere in termini di possibilità l’immaginazione creativa il cui processo non è mai interamente compiuto, tanto che, come scrive Wittgenstein, a un certo punto c’è la resa al “va bene così”. La caratteristica dell’arte contemporanea posta in un quadro generale di carenza epistemologica, si traduce in un afono declamare. Le vie del pensiero creativo si arenano nella tecnologia, le così dette nuove forme estetiche procedono verso una sempre maggiore aridità spirituale.
Considerazioni sull'arte