Su Robinson di Repubblica, c’è stato una specie di confronto tra Alessandro Baricco e Maurizio Ferraris, sulla post-verità. Il tema, sicuramente importante, è trattato, specie dal “filosofo” Ferraris, in modo inadeguato. Considerato che Ferraris, sfortunatamente, è docente di filosofia teoretica all’Università di Torino. Vale la pena rilevare che anche Baricco è torinese. Verrebbe da dire: o parliamo di verità o di filosofia. Sembra che gli intellettuali, come i politici, la verità non la cercano, la creano. Per Heidegger “la verità è l’essenza del vero”. Espressione vagamente tautologica. Forse il detto : la storia la scrivono i vincitori, potrebbe essere esteso alla cultura giornalistica e alle pubblicazioni di libri in generale. L’esempio più evidente è il sistema dell’arte creato dalla critica e dalla filosofia dell’arte. Gli artisti, per ignoranza e/o convenienza, si sono accodati, creando la più colossale truffa che la storia possa registrare. Se è vera l’affermazione: la verità rende liberi, non siamo mai stati tanto prigionieri della menzogna come in questo nostro tempo. Quando Karl Popper scrisse “La società aperta e i suoi nemici” , testo nel quale sferrava un duro attacco a Platone, forse non era ben consapevole di come si sarebbe evoluta la cosiddetta società “aperta” . Basta prestare attenzione al linguaggio dei politici. E’ di oggi la notizia che Marine La Pen ha copiato pari pari un discorso del suo avversario politico. Sentire i discorsi di Trump, Bergoglio, Hollande, Renzi, c’è di che inorridire. Quando Ferraris afferma che sul web circolano falsità e idiozie, dovrebbe essere invitato ad ampliare lo sguardo a giornali e libri, inclusi quelli che scrivono le sue allieve. Ferraris sostiene anche che una democrazia non può esistere senza una verità condivisa e che il miglior correttivo alla post-verità è la verità. Costui è docente in una città la cui Università ha conferito la laurea honoris causa al “filosofo” statunitense Danto. Gli USA hanno inquinato il pianeta con post-verità costruite negli studi di Sodoma- Hollywood. L’inquinamento è tale che due filosofi, Pascal Engel e Richard Rorty hanno sentito il bisogno di scrivere un libro dal titolo: “ A cosa serve la verità”. La nota domanda di Pilato: Cos’è la verità, è stata adeguata ai nostri tempi di consumismo, dunque ci chiediamo a cosa serve. Sicuramente le verità costruite da intellettuali e giornali collaterali al potere, serve a mantenere le masse all’oscurità dei molti crimini commessi dal potere. Ricordo che prima dell’invasione dell’Iraq ebbi uno scambio di e- mail con Piero Ostellino, allora vice direttore del Corriere della Sera. Io sostenevo l’assurdità di una guerra contro; l’Iraq, Ostellino, mi accusava di non capire il pericolo costituito dalle armi di distruzione di massa in possesso di Saddam. Sappiamo come è andata a finire. 200.000 morti, distruzioni di un patrimonio culturale. Dopo di che non è cambiato nulla. Bush si gode la vita come Ostellino, come tutti i disonesti imbecilli responsabili del disastro. Questa è la civiltà nella quale ci tocca vivere. E’ dunque chiaro che disquisire di verità e di post- verità è un esercizio futile, o forse semplicemente un ulteriore strumento di distrazione di massa.
Considerazioni sull'arte