Ho seguito una trasmissione su rai3 arte in cui Michelangelo Pistoletto affermava che l’arte è alla base di tutto, e altre considerazione di un intollerabile narcisismo culturale. Sembra che la cultura, anche quella che un tempo era considerata di “sinistra” abbia smarrito il senso della storia. Agli immigrati si richiede l’adesione senza riserve agli usi e costumi del paese ospitante. E’ giusto? Che ne è del multiculturalismo? Focillon in “Arte dell’occidente” descrive i debiti culturali che l’occidente cristiano ha nei confronti dei popoli mediorientali. Tuttavia solo in occidente esiste la storia dell’arte. Le altre arti trovano citazioni più o meno ampie nella storia dei singoli paesi. Così come le “avanguardie artistiche” esistono solo in occidente. Roland Barthes ridicolizzò il termine “avanguardia” facendo notare che era tratto dal lessico militare. Tutto si spiega con il materialismo pragmatico che ha permesso all’occidente lo sviluppo che conosciamo. Pare che si avvicini il momento della resa dei conti. Robert Fossier in “Il tempo della crisi”, documenta come a partire dalla seconda metà del XII secolo il denaro sia diventato, per così dire, il punto di riferimento dell’intera società europea. Come scrive Peter Sloterdijk, il denaro è la terza persona della trinità. L’emergere della borghesia come classe, accentua questo dato di fatto. Sono sortii e distrutti imperi, ideologie, Stati, il denaro è rimasto riferimento immutato. Anche la scuola si pretende sia sempre più al servizio della produzione, questo perché, al di là della fumosa retorica sui valori umani, nessuno è disposto a rinunciare al proprio benessere. Non solo, ma la nostra società ha raggiunto un tale livello di degradazione e di cinismo che le peggiori perversioni sono ascritte sotto la voce “civiltà & progresso” ovvero diritti individuali. I paesi che non si adeguano sono tout court considerati barbari. Quando poco prima del X secolo in Europa si vendeva carne umana al mercato, le città della Mesopotamia erano al massimo del loro fulgore. La storia scritta dall’occidente è tutta un’elegia alla nostra civiltà, tanto che consideriamo normali le grandi differenze tra i popoli. A chi interessa capire le ragioni dell’ingiustizia distributiva? Un serio esame del problema porterebbe alla luce i disastri provocati dal colonialismo. L’Inghilterra, considerata patria della democrazia, ha compiuto massacri per colonizzare popoli, sulla scia della Spagna quando approdò sul continente americano con la benedizione della Chiesa di Roma. Francia, Belgio e altri paesi hanno seguito l’esempio. Questi brevi riferimenti storici gettano un po’ di luce sulle ragioni del mio totale dissenso da certe affermazioni apodittiche che sembrano ignorare l’attuale disordine planetario, frutto dell’arroganza dell’occidente, che la “cultura” sembra alimentare, forse anche inconsapevolmente. Violenza e venalità sono fili conduttori della nostra storia. La materialità ha travolto anche arte, letteratura, e ogni forma di spettacolo e di cultura. La lungimiranza di Benjamin trova conferma. Le opere d’arte, come il prezzo del petrolio e delle azioni, hanno come riferimento grafici che indicano le quotazioni. Alla qualità scadente di merci e opere si supplisce con la pubblicità, diretta e redazionale. Ci sono cataloghi per ogni tipo di merce,inclusi i corpi umani offerti per uso ludico. Tutto è merce, tutto è in vendita. Va da sè che i cataloghi contengono figure accompagnate da scritti che decantano la qualità della merce in vendita, per l’arte il compito è affidato alla critica.
Considerazioni sull'arte
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