E’ imbarazzante rendersi conto del fatto che il procedimento di risoluzione dei problemi definito intelligente oggi per i computer , è essenzialmente lo stesso che lo psicologo Edward L. Thorndike attribuiva agli animali nell’ultimo decennio dell’Ottocento per dimostrare che essi non sono in grado di ragionare. Tutto ciò che fanno gli animali, argomentava Thorndike, è passare ciecamente attraverso un certo numero di reazioni possibili, finchè non capitano su quella valida. E quanto più spesso si verifica la reazione valida, tanto più facilmente essa verrà connessa, nel cervello dell’animale, alla situazione problematica. Tale associazione non è più intelligente del comportamento dell’acqua piovana che si rovescia sempre là dove maggiore è la pendenza. Non si ha quindi il minimo intendimento. Ora, la cosa preoccupante, non è tanto il funzionamento del computer, il cui meccanismo tecnico risponde ad esigenze scientifiche e di necessità, quanto piuttosto che lo stesso comportamento si riscontra tra gli esseri umani oggi. Dalle decisioni politiche, agli abituali comportamenti sociali appare evidente che prescindono spesso da ogni forma di razionalità, si affidano ad automatismi comportamentali. George Berkeley ha suggerito che si possa impiegare un qualunque triangolo per rappresentare tutti i possibili triangoli. Il rischio, con l’impulso massificante dei media e di tutte le forme di intrattenimento, si finisca per poter usare lo stesso metodo per gli esseri umani, ognuno dei quali risulterà identico ad ogni altro essere umano. Siamo ben oltre a 1984 di George Orwell che quando fu scritto venne indicato come appartenente alla tradizione narrativa utopistica, mentre oggi le “fantasiose” ipotesi contenute nel libro, si sono ampiamente avverate. Vale per il libro di Orwell l’affermazione di Samuel Johnson che definiva il risultato di un’astrazione come “ una quantità minore che contiene la potenza di una maggiore”. Gli strumenti di comunicazione di massa, salutati al loro sorgere come strumenti di democrazia, si sono rivelati come una forma coatta di indottrinamento delle masse, per cui si procede come gli gnu, tutti in un’unica direzione, si tratti di teorie di genere, di orientamento politico, di comportamenti e scelte quotidiane. Ciò che appare terrificante è che non c’è consapevolezza di questo scivolamento di forme sociali degradate. Finiamo per imitare non solo comportamenti tribali primitivi, anelli al naso, tatuaggi, abbigliamento trasandato, ma rischiamo di imitare gli animali nel loro comportamento primario con la differenza che noi siamo privi dell’istinto che in qualche modo guida. Mi si permetta di citare il mio libro, pubblicato nel 1977: “La logica del quotidiano” quello che allora nel mio scritto appariva surreale oggi è il vissuto dalle masse.
Considerazioni sull'arte