armi e arti.  5

L’arte può essere il massimo punto di vista della vita reale. L’aspetto soggettivo dell’opera è per definizione limitativo. Il rispecchiamento estetico della realtà è un passo verso la comprensione di ciò che appare meno evidente. La profonda verità del rispecchiamento estetico  può svolgere il ruolo di mostrare l’umanità, non è semplice riproduzione della realtà così come appare, per così dire, la sua sintesi formalizzata, l’arte infatti non fissa semplicemente uno stato di fatto esistente ma sensibilizza alla comprensione. In questo senso tutta l’arte è metafora e, in tutte le sue fasi, è fenomeno sociale, sillogismo dell’azione. Per Hegel  la prassi è un “sillogismo” logico, che bypassa, la contraddizione della parcellizzazione della realtà e del sapere. Chi mai riuscirebbe a spiegare il mondo in cui viviamo nella sua totalità concreta, fenomenologica?  Non solo i filosofi non hanno cambiato il mondo, non hanno  raccolto l’invito di Marx, ma non riescono neppure a spiegarne i fenomeni sociali in modo convincente. E’diffusa una verbosa  “colta ignoranza” che sembra più che altro affannarsi nello spiegare e giustificare le magnifiche sorti del progresso. La scienza esige autonomia, rifiuta di fatto controlli sociali enfatizzando il diritto alla libertà di ricerca. E’ in nome di questa libertà che si è inventata l’energia nucleare. Per essere certi che funzionasse, è stata sperimentata su milioni di innocenti. Il cinismo della democrazia. Durante la “guerra fredda” si sono verificati ben 1200  “incidenti”  e si è sfiorata più volte l’esplosione di conflitti distruttivi mentre navi, aerei, sottomarini, carichi di armi nucleari, solcavano il cielo e gli oceani, come racconta con dovizia di particolari il libro di Eric Sclosser:” Command and Control.Nuclear weapons,the Damascus Accident,and the illusion of Safety”. A cosa pensavano, cosa producevano gli artisti nel rischioso periodo tra gli anni ’40 – ’80?  Quale consapevolezza e partecipazione, o anche più semplicemente percezione reale dello stato del mondo?   Lasciamo stare la retorica della Torre d’Avorio. Cosa rappresenta l’arte in questo nostro tempo? Le prese di posizioni politiche, spesso di pura facciata, non servono a molto, l’artista parla tramite la sua opera. Non esiste nulla di simile a Guernica sui numerosi massacri compiuti dagli USA nelle recenti guerre “democratiche”. Mondanità e chiacchiere, provocazioni che suscitano il riso dei borghesi, è tutto quanto hanno saputo fare gli artisti  “famosi” negli ultimi 60 anni. Difficile stilare un elenco di “capolavori” prodotti nel periodo citato. E’ di solare evidenza che la grandissima maggioranza delle cosiddette avanguardie che si proponevano di cambiare il mondo, non hanno avuto alcuna cognizione del mondo nel quale vivevano. Così, al presente, sfiorare il problema arte e società, appare un discorso assurdo, inattuale, archiviato dalla storia.   poster110

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5 Comments

Alfredo scrive:

le cose che scrivi sono giuste, per questo non si leggono sui giornali. WW internet!


Sergio scrive:

Per fare un commento bisognerebbe prima capire e per me non facile capire per intero il senso di ciò che scrivi. L’immagine è importante.


Carlo scrive:

Il poster riportato sulla pagina è di George Maciunas? Molto efficace. Complimenti


Davide scrive:

Originale la tua interpretazione di aspetti della realtà evolutiva. L’immagine è impagabile
Davide


Ernesto scrive:

Molto forte l’immagine. Convincente il testo


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