Nell’approccio ermeneutico della critica e filosofia dell’arte vi è una incoerenza che non pare essere stata presa in esame. Epistemologia e ontologia dell’arte sono radicalmente cambiate. Colore, disegno,iconografia, non sono più gli elementi costitutivi dell’opera d’arte. Dunque su cosa si basa la valutazione critica dell’opera?
Il letto sfatto di Trace Emin, la rana crocifissa di Marin Kippenberger, il lampadario di tampax di Joana Vasconcelos, che tipo di approccio critico richiedono? La giustificazione sociologica, oltreché discutibile, non entra nel merito e nello specifico ontologico dell’opera stessa, ma si traduce in una narrazione parallela che non serve alla comprensione, ammesso ci sia davvero possibilità e necessità di capire.
L’ossessione dell’arte femminista per il corpo e l’organo sessuale,sono sintomi di un disagio della propria identità di genere che si traduce in eccessi. Questa realtà formale può essere interpretata attraverso la conoscenza del processo artistico, oppure basta un approccio socio culturale diverso,che tenta di decifrare una pseudocultura la cui cifra è il disagio mentale.
Vi è una sorta di pericoresi nel rifiuto dell’accettazione della propria condizione. Quando Cindy Sherman presenta l’immagine del un parto di una forma umana adulta,manifesta una sorta di disprezzo verso una funzione fondamentale della procreazione che permette la prosecuzione della specie. Lotario de Segni (1160 – 1216) diventato Papa con il nome di Innocenzo III affermò di provare “un sacro conato di vomito” quando immaginava il parto di un bambino. Sherman si pone sulla stessa linea?
A meno di non supporre una estemporaneità superficiale, le ragioni che motivano le opere sopra citate implicano considerazione che vanno oltre alla epistemologia dell’arte. Qual’è il significato del lampadario della Vasconcelos? La luce? O un monumento all’assorbente igienico? Quando Andrea Serrano presenta l’immagine di un crocifisso immerso nell’urina,intende dissacrare il simbolo cristiano per antonomasia,oppure desacralizzare la religione in quanto tale?
Non c’è dubbio che l’approccio critico alle opere che pretendono di avere la loro giustificazione in motivazioni di carattere socio-culturale, richiedono una preparazione diversa da quella che si può apprendere nelle accademie e facoltà di estetica delle università. Anche il percorso di formazione degli artisti non basta ad accreditali sul piano professionale, tale prerogativa finisce per essere di esclusiva competenza del mercato.