Psicologia, conoscenza, significato.  0

Secondo Heidegger,  la psicologia non ha nulla a che fare con la “coscienza” e le “esperienze vissute”, poiché è soltanto una dottrina dell’essere del vivente, un’ontologia di quell’essere che è caratterizzato dalla vita. Essere orientati significa semplicemente avere idee chiare circa le autentiche determinazioni ontologiche della vita. Per questo la psicologia ha un compito a un limite determinato. Aristotele fornisce l’orientamento più preciso in merito, il filo conduttore delle opinioni medie che l’individuo ha di se stesso. Un’opinione di questo tipo è la definizione dell’uomo in quanto essere dotato di linguaggio. Le ulteriori definizioni si muovano nella direzione di quest’ultima.

 

Su questa traccia dobbiamo riconoscere che la  psicologia  della conoscenza non equivale a comprensione.  Ciò è  particolarmente vero nel campo dell’arte dove la critica non parla delle opere ma sulle opere.

In quanto all’artista, è possibile per lui acquisire una buona tecnica, capacità di disegno, altra cosa è dare un significato alle opere. Per questo vediamo che l’attribuzione di significato è demandato al critico o filosofo. Questo procedimento ha consentito di accreditare le cose peggiori delle avanguardie.

In cosa consiste “l’universalità dell’arte”? In che modo marmo,pietra metallo sagomata esprimono l’universale? In che modo il colore che assume forma, o resta solo colore, rappresenta la sensibilità umana? Per non parlare dei prodotti delle avanguardie che ha partire dal secolo scorso hanno attribuito statuto artistico a  happening, fotografie, ready made, e varie.

 

Nella narrativa della critica dell’arte viene descritto ciò che l’artista si sarebbe proposto di rappresentare,spesso però nulla di ciò che costituisce la narrazione è ravvisabile nell’opera. Una pratica eristica che è prassi per critici e filosofi.

 

Forse a base della civiltà c’è proprio questa forma di adulterazione del pensiero in base al quale  l’umanità ha tentato di dare un senso, una giustificazione alla propria esistenza, proiettandone l’esito al di là della vita terena. Vi è una certa similitudine tra arte e religione. In entrambi i campi sono stati scritti migliaia, forse milioni, di libri senza mai approdare ad alcuna certezza. Con grande astuzia, i padri fondatori hanno sostituito la verità con la fede, che per definizione non è indagabile. In questo modo è stato messo un suggello alla verità.

La paura dell’ignoto ci rende tutti vulnerabili alle suggestioni di un al di là premiante: “ ….la terra inesplorata dai cui confini nessun pellegrino fa ritorno…”

 

 

Johannes Vermeer: “Allegoria della fede cattolica”, olio su tela 1670-1672Johannes_Vermeer,_allegoria_della_fede_cattolica,_1670-72_ca

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