La filosofia di questi ultimi decenni sembra più impegnata a creare neologismi intorno ai quali radica a posteriori improbabili articolazioni teoriche, piuttosto che attuare un tentativo di orientamento in un’epoca nella quale domina la confusione. Il post-modernismo denunciando la ragione come fonte dei maggiori danni alla società, di fatto ha favorito la frammentazione personalistica e dato la stura al solipsismo che dilaga in ogni ambito sociale. Abbandonata la ragione l’uomo moderno si chiude nell’ossessione della propria (apparente) identità. Purtroppo non sono molti i filosofi ad avere preso coscienza della realtà, infatti continuano nel loro strabismo storico-filosofico che produce danni. Michel Onfray, nel libro “Decadenza” (Ed.Ponte delle Grazie), a pagina 171 si scaglia contro il concilio di Trento (1545- 1553!?!) reo di aver accettato l’esistenza del libero arbitrio. Inevitabilmente viene tirata in ballo l’omosessualità. Scrive Onfray:”…l’uomo che obbedisce alle pulsioni che lo rendono omosessuale..” Intanto andrebbe chiarito cosa significa “renderlo omosessuale?”. Un conto sono le pulsioni altra cosa è il libero soddisfacimento degli istinti. La sodomia e il lesbismo non sono pensieri, ma atti. Onfray evidenza l’approssimazione ontologica nella determinazione di ciò che è umano. Dovendo essere consequenziali, quando ci si schiera a favore dei cosiddetti “diritti individuali” si sostiene che ognuno deve essere libero di decidere dei propri comportamenti. Si pone la questione: come può decidere del proprio comportamento chi non si considera responsabile delle proprie azioni? Il libero arbitrio, questione discussa per secoli dalla filosofia, significa esattamente la capacità di rispondere responsabilmente delle proprie scelte. Si tratta di far uso della prerogativa più umana, l’esercizio della volontà, la capacità di saper decidere ciò che è bene, ciò che male. Grazie alla schiera di filosofi “post- moderni” come Onfray, la distinzione tra bene e male è stata abolita. Le conseguenze sono visibili nella società contemporanea nella quale è tutto permesso, senza assunzione di responsabilità. Basta accedere alla rete per vedere l’esibizioni di ogni perversione, inclusa la zoofilia. A questo punto appare chiaro che, nell’ansia di rimuove paletti etici, Onfray, con lui non pochi filosofi e intellettuali, riportano indietro di milioni di anni l’evoluzione umana, l’idea che molti intellettuali hanno degli esseri umani è che siano animali incapaci di dominare le proprie pulsioni, controllare i propri istinti. In questo modo, in nome della libertà assoluta, vengono giustificati agli aspetti peggiori, l’uomo zoologico ha il sopravvento sulle conquiste che l’evoluzione umana, ci riporta all’istinto animalesco nei suoi aspetti peggiori.
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