È ancora possibile oggi credere nella sincerità dell’artista e del filosofo? Come si effettua la scelta nella troppo vasta ampiezza del sapere che sembra pretendere di giungere ad abbracciare tutto lo scibile della natura?
Tanto più lo studioso è scrupoloso, tanto più appare inverosimile.
Forse si arriva sempre troppo tardi a scoprire quel brandello di verità ricercata tutta una vita, quando il meglio del tempo che ci è accordato è passato e molto di ciò in cui credeva sarà stato degradato, degenerato, cosicché il giudizio di valore non avrà più un significato. Nel caso contrario si rischia di diventare un dilettante dalle mille percezioni inutili e si sarà perduto l’entusiasmo che induce alla conoscenza. La buona sottile Sapienza resterà chimera, forse nascerò il desiderio di diventare un grande attore, una specie di Cagliostro il cui copione recitato racchiude la mistica assenza di verità. Cosa rende leggero il discorso filosofico? Quali ragioni ispirano la domanda del significato può avere oggi per noi la filosofia, se tutto, significato incluso, è provvisorio?
Se anche gli artisti, anziché fare il loro mestiere, si cimentano in fantasiosi anacoluti concettuali, forse è il momento di trarsi da parte e rinunciare al gioco cercando altri modi di evadere.
Vivere oggi in disparte, sinceramente oscuri nella propria pelle,in tutta semplicità, forse è la via migliore da seguire facendo tesoro della poca conoscenza accumulata nel corso degli anni con fatica e, forse con poca umiltà.
Ognuno, nel corso della propria esistenza dovrebbe avere sperimentato il lato umano delle cose,e forse scoperto che l’innocenza è qualità molto rara. Esiste a tratti nei grandi filosofi, che hanno l’illusione di parlare della verità mentre in realtà parlano di se stessi seguendo l’impulso che porta alla luce quella grandissima, impudente innocenza fondamento di ogni sapere. La ragione si trova a dover filtrare tra le molte parole quel poco di vero che può essere utilizzato in un discorso orientato verso un ontologia della verità.
Non facciamo, per così dire, che chiacchierare nel vuoto, diffondere e sperperare brandelli di verità di cui ci è sfuggito il senso. Così quel poco di verità che conosciamo di dissolve come la luce del sole. E’ un peccato che il vuoto non abbia orecchio.
Dunque il comportamento dei filosofi sarà questo spettacolare lucido e insieme impotente tentativo presuntuoso di migliorare il mondo, sempre fallito, perso nelle parole che non tutti comprendono e ancora meno ascoltano.
Nietzsche distingueva nei termini che cosa è malato e sano che non è gregario o singolare il giovane professore di filologia che nel 1861 si esprime e reagisce ancora da erudito Borghese Tuttavia ricorre al cinismo di una frase” L’arte non può esistere per la povera gente”
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