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Roberto Grossatesta, metafisica della luce.  0

Dal 1235 alla morte, l’inglese Roberto Grossatesta (1168 –  1253) è stato, oltre che uomo di chiesa, teologo, filosofo e scienziato, colui che affrontò la teoria della luce  e indagò un tema che sembra avere radici molto lontane, nelle religioni indoiraniche e nel mito del dio sole. Per il pensiero occidentale sono importanti, soprattutto i riferimenti alla tradizione biblica. La luce è stata il primo prodotto della creazione. Il pensiero platonico e neoplatonico greco nella luce simboleggia il movimento del soprasensibile nella sua diffusione ed espansione di grado in grado fino a disperdersi nel sensibile della materia fisica e metafisica, la sostanza  della luce così eterea semplice, è qualcosa di intermedio tra l’intelligibilità del pensiero e la materialità del mondo corporeo terrestre. Grossatesta raccoglie da Sant’Agostino questo tema e lo elabora in connessione anche con la ripresa, già in atto nel secolo XII, delle dottrine più esplicitamente  neoplatoniche dello pseudo-dionigi nell’ambito di una conoscenza sempre diffusa della filosofie e della scienze arabe, ebraiche e medievali. La metafisica neoplatonica della luce si apparenta a una cosmologia che già in Sant’Agostino aveva affrontato nei suoi studi sulla Genesi e delle scienze fisico-matematiche nell’ottica della geometria aritmetica. A tutto questo si riallaccia Grossatesta nella sua cosmologia che è originale per l’accostamento tra la genesi e la filosofia di Aristotele, anche se, a differenza dello stagirita, c’è l’impiego della matematica alla maniera platonica. Il pensiero di Grossatesta si esprime con vivacità e con ampiezza tematica che  abbraccia  tutto il pensiero che il vescovo scienziato ha della cosmologia, della geometria e  dell’ottica. Egli indugia anche nella spiegazione fisica di fenomeni come l’iride, approfondisce gli studi della metafisica, si interessa di antropologia. E’ assorto nel tentativo di approfondire anche i  grandi problemi inerenti alla forma, la potenza, l’atto visto nella sua casualità, tema di recente affronto da Bachelard. La ricerca della verità che può essere contenuta nella conoscenza l’epistemologia. Neppure il difficile e mai risolto tema del libero arbitrio è trascurato dal  Grossatesta negli anni in cui ebbe la cattedra ad  Oxford. Molto vicino all’ordine dei francescani ,  iniziava con lui nel Medioevo europeo una tradizione che pur possiamo chiamare inglese nell’accostamento che egli  operava tra le tematiche scientifiche e quelle mistiche e spirituali. Temi che dopo di lui vennero affrontati da  Duns Scoto e Ockham. Il tema della luce è argomento che, sia pure in un ottica diversa, coinvolge, o dovremmo dire coinvolgeva l’arte, prima che l’epistemologia dell’arte venisse abbandonata  a favore della tecnica, produzione seriale e industriale. Ma questa è un’altra storia.

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