Archives for : febbraio 11, 2025

Estetica dell’esistenza.  0

Se il mondo è una sorta di gioco estetico e tragico costituito dalla lotta tra gli opposti primordiali vita morte gioia dolore, può essere, secondo Nietzsche, che solo l’arte riesca a comprendere veramente il mondo al punto che egli parla di giustificazione estetica dell’esistenza, da ciò la natura metafisica dell’arte e la sua funzione di organo della filosofia

Nietzsche formula i suoi giudizi fondamentali sull’essere con le categorie dell’estetica che danno al suo scritto  “La nascita della tragedia” un carattere romantico. Egli la definisce metafisica da artista. La sua enfasi è tale che arriva a considerare il fenomeno dell’arte posto al centro e, a partire da esso, viene spiegato il mondo.

Scendendo dall’apogeo della fantasia di Nietzsche guardiamo i fenomeni artisti contemporanei non possiamo che provare cocenti delusioni.

Avevo una  certa simpatia per Kippenberger, meno per il suo lavoro. Appariva come un Boetti tedesco, con più cultura e meno fantasia. Un eliotropo. Soprattutto Kippenberger può essere una  conferma al paradosso dell’arte, contrapposta alla visione di Nietzsche.

In ogni ambito di attività si procede per successive acquisizioni in una continua evoluzione. Nell’ambito dell’arte invece, gli artisti che pretendono di azzerare il passato, sono quelli che hanno più successo. Resta invece intangibile l’idea che l’artista sia sempre e comunque guidato dall’ispirazione” nell’ accentuazione positiva. E’ in questo paradosso che s’insinua il mercato per dare una sorta di consacrazione,che raramente ha ragioni culturali. Gli artisti sembrano affannarsi a smentire l’affermazione di Dalgarno “ Ubi ars ibi methodus”. Nè vale l’ipotesi che capovolge la tesi di Nietzsche e sostiene che l’arte è un gioco. Questo perché il gioco, la sfera del gioco, coltiva la passione della regola, basti pensare che Pascal con la teoria del gioco ha realizzato teoremi matematici che hanno portato alla matematica attuariale. L’estasi del gioco dunque,non deriva da una situazione di sogno in cui ci si muove senza il peso del reale, liberi di abbandonare il gioco in ogni momento, affermarlo è falso. Il gioco è sottoposto a regole e, al contrario del sogno, non lo si abbandona tanto facilmente. L’artista può scegliere di dare un proprio ordine al reale o abbandonarsi al sogno. di certo non può fare tutte e due le cose. Come scriveva Baudrillard “la scelta della regole libera dalla legge”. Giocare è esattamente l’opposto di creare. Lo prova il fatto che moltissimi artisti contemporanei fanno spesso ricorso al ready made, il loro gioco è raccolta, contravvenendo alla stessa etimologia del sostantivo arte. Abbandonata l’estetica e il significato, resta il gioco che la rozza cultura contemporanea confonde con l’arte.

 

 

Immagine : Variazioni pericolose.

 

 

 

 

 

 

 

 

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