I libri di filosofia possono essere interpretati attraverso la metafora di cercatori di oro sulle rive dei fiumi i quali devono raccogliere una grande quantità di ghiaia e setacciarla per ottenere una pagliuzza di oro. Schopenhauer, ad esempio, è prolisso, i suoi ragionamenti assumono l’aspetto di opinioni non supportate da una logica sufficientemente neutrale. Quando la filosofia affronta il tema dell’arte cade in una serie di contraddizioni, a cominciare dal fatto che riveste di parole opere che dovrebbero avere il potere di comunicare autonomamente. Inoltre, quando Schopenhauer affronta il tema dell’arte è palesemente condizionato dalla passione per la cultura indiana. Egli usa l’oggetto artistico come pretesto per considerazioni estranee al reale mondo dell’arte, pone un enfasi eccessiva nell’attribuire all’opera d’arte la capacità di influenzare il pensiero, anche se si affretta a precisare che ciò vale solo per i grandi artisti. Le sue argomentazioni rientrano nella annosa diatriba sul valore e significato dell’arte, di conseguenza cosa si deve intendere per grande arista, o artista di valore. Se fino all’inizio dell’800 vi era una certa convergenza di critici e intellettuali nella condivisione circa la natura dell’arte, a partire dalla fine dell’800 la questione si è fatta problematica. Lo sperticato elogio della bellezza che sarebbe espressa nelle opere a cui indulgono critica e filosofia dell’arte nell’epoca pre- avanguardie, suona condanna senza appello della quasi totalità dell’arte contemporanea. Gli artisti contemporanei rinunciano programmaticamente alla bellezza estetica, giustificano tale scelta con teorie spurie approntate dai filosofi dell’arte. In altri casi la declinazione formale dell’arte si affida a procedimenti concettuali, quasi che l’essenza dell’arte consista nel sostituirsi alla filosofia. La rinuncia alla contemplazione implica il porsi nei confronti del paesaggio e della natura in generale in atteggiamento critico, tale atteggiamento finisce per riverberarsi anche nella osservazione dell’essere umano del quale vengono messi in rilievo gli aspetti deteriori o attraverso happening, specie sul cotè femminile, ma anche nella pittura. Basti osservare le opere di Francis Bacon e Lucian Freud. Quella che un tempo era la ricerca del colore attraverso il quale si esprimeva il significato, oggi non ha più corso, la materialità dell’arte consiste anche nell’approssimazione dei dettagli. Per esempio prima del 1875 vi era una certa resistenza ad usare il viola dei glicini che appare solo con gli impressionisti.
Considerazioni sull'arte
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